I programmi di riforma del Miur vengono criticati dal Consiglio di Stato, ma dalle associazioni mediche arrivano proposte per una laurea abilitante sul modello europeo.
Quando si tocca il tema università c’è sempre un capitolo a parte riservato alla riorganizzazione del corso di laurea in Medicina, che si tratti del discussissimo numero chiuso, dei posti disponibili all’interno delle scuole di specializzazione o, come stavolta, dell’esame di stato necessario per conseguire l’abilitazione.
L’ultima novità sull’argomento risiede nella proposta del MIUR per il “miglioramento selettivo” dell’esame attraverso una diversa tipologia, unica e non più divisa in due parti, composta da un test “multiple choice” elaborato a livello centrale, che anticipa il tirocinio pratico-valutativo nel periodo precedente alla laurea per aumentare la componente clinico-pratica della formazione del medico.
La proposta, nonostante le critiche del Consiglio di Stato, ha contribuito a riportare alla ribalta un tema scottante come quello di velocizzare l’inserimento dei giovani medici nel mondo del lavoro. A tal proposito si sono inseriti nel dibattito i giovani dell’Anaao, principale sindacato dei medici e dirigenti del Servizio sanitario, rilanciando l’iniziativa del MIUR con un programma più ambizioso di riforma.
Secondo l’associazione, l’obiettivo del governo dovrebbe essere quello non di velocizzare il percorso degli studenti attraverso maggiori sessioni d’esame o revisioni del test d’abilitazione, ma piuttosto quello di adeguarsi a quanto già avviene in molti altri Paesi europei, dove il conseguimento della laurea è di per sé abilitante alla professione, evitando i tempi morti tra l’acquisizione del titolo e l’esame.
L’acquisizione per i futuri medici di capacità e idoneità pratiche, oltre che teoriche, infatti, dovrebbe essere valutata con serie e rigorose attività professionalizzanti nell’ambito del percorso ante-laurea, in modo da garantire una reale e completa formazione insieme con capacità pratiche ottimali, come prerogativa aggiuntiva.
Le proposte fin qui lanciate potrebbero allargarsi ulteriormente e avere un risalto ancora maggiore, se ai giovani dell’Anaao si aggiungerà anche la FNOMCEO, la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurgici e degli Odontoiatri, che per molti anni ha avuto obiettivi analoghi di riforma. Mentre l’appello alle Regioni è quello di non piegarsi ai desiderata dei Rettori universitari, stante la cronica assenza di personale tra i corridoi dell’ospedale, e di farsi coattori di un percorso più ampio di formazione e inserimento nel mondo del lavoro.
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