Un professore universitario americano ha studiato le cause che portano gli studenti universitari a soffrire di ansia e depressione.
Frasi come “sono stressato”, “questi esami mi stanno uccidendo”, collegate agli esami o alla vita universitaria in generale, a volte rischiano di essere sottovalutate da chi le pronuncia, ma anche da chi le ascolta. Spesso si tende a sottovalutare il problema e dimenticare che ansia, stress e depressione sono un disturbo mentale, che va affrontato come tale.
Il fatto di ricordarlo rende maggiormente preoccupante il dato fornito dal rapporto annuale del Center for Collegiate Mental Health della University Park, in Pennsylvania, che ha dimostrato come sia soprattutto a causa delle due forme di disturbo indicate a spingere gli studenti a chiedere sostegno psicologico.
A soffrire di ansia o depressione, stando ai risultati della ricerca, sarebbe circa il 20% degli studenti, vale a dire un universitario su cinque. Si tratta di un numero significativo, che rende necessario interrogarsi su quali siano i fattori che a monte provocano questi disturbi. Lo ha fatto David Rosenberg, professore di psichiatria e neuroscienze alla Wayne State University, a Detroit, nel Michigan.
Tra le principali cause dell’infelicità il professore indica in primo luogo l’uso massiccio della tecnologia. Tra 2006 e 2016 il tempo che passiamo online è raddoppiato; questo genererebbe una percezione alterata delle relazioni sociali e un maggiore senso di alienamento, unito al fatto che la vita sui social tende a essere confusa con quella reale, creando un senso di competizione in una gara fatta di condivisioni e likes.
Ma nel novero rientra anche l’uso di sostanze stupefacenti. Il senso di competizione che si sviluppa in seno all’università spinge sempre più studenti a fare ricorso a stimolanti di vario genere, nel tentativo di essere all’altezza delle ambizioni proprie e del mondo che li circonda, specie di fronte alle sfide più impegnative. Si tratta di un fattore importante, in quanto spesso i farmaci assunti sono riservati a persone che soffrono realmente di deficit d’attenzione e iperattività.
Inoltre, si sa, la maggior parte degli studenti universitari è costituita da ragazzi e ragazze che lasciano le proprie famiglie, i propri paesi o città, per andare a vivere vicini agli atenei dove studiano. Questo fattore, unito agli inevitabili e alti costi dell’università, spesso sono alla base di uno stress finanziario legato a doppio filo col timore di indebitarsi, di non trovare un lavoro dopo la laurea o di dover tornare a vivere coi propri genitori.
Questi i principali fattori a generare sensazioni di stress e forte disagio tra gli universitari, ma a ciò si aggiunge il fatto che spesso gli studenti sono convinti di non poter superare i propri genitori nelle loro carriere e del fatto che ormai si percepisce che non ci sono più “lavori buoni” nel mondo.
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