Tornano le polemiche sulla sezione del Museo Egizio di Torino che verrà trasferita a Catania. Sgarbi attacca il progetto: "Si può farlo con scavi clandestini di tombaroli che prendono cose egizie e le portano al museo di Gentiloni".
È stato firmato un anno fa l’accordo tra il Museo Egizio di Torino e la città di Catania, che vedrà presto alcuni dei reperti archeologici, attualmente depositati in magazzino nella città piemontese, protagonisti di una nuova mostra permanente nel Convento dei Crociferi. Dopo l’iniziale opposizione della Lega Nord circa lo spostamento dei reperti e le polemiche della candidata di FDI Giorgia Meloni delle scorse settimane, le parole del premier Paolo Gentiloni ha affermato: “Bisogna lavorare con le eccellenze, perciò aprire una sede distaccata del Museo Egizio, eccellenza di Torino, a Catania, è un bellissimo messaggio per la Sicilia e il Mediterraneo, un messaggio di dialogo culturale e pace, nella nostra Regione”.
Non si è fatta attendere la risposta di Vittorio Sgarbi, assessore alla Cultura della Regione Sicilia a tempo fino a maggio, che storce il naso alle dichiarazioni del premier. “Aprire una sezione a Catania del museo egizio? Non so cosa voglia Gentiloni, si può dire di sì a questa suggestione, ma ciò presuppone che ci sia un fondo di opere. Gentiloni mi deve dire dove trovare il materiale, forse, per fare una battuta, si può farlo con scavi clandestini di tombaroli che prendono cose egizie e le portano al museo di Gentiloni”, ha dichiarato Sgarbi da Palermo.
L’assessore ha poi proseguito commentando l’acceso dibattito tra Giorgia Meloni e il direttore del Museo Egizio di Torino, Christian Greco, che negli scorsi giorni ha infiammato il web, “La ragione di questa proposta si ricollega a quella di Torino, cioè facciamo un museo anche a Catania perché qui siamo al confine con un mondo con cui dobbiamo dialogare. L’opzione della Meloni non è impedire al direttore del Museo Egizio di fare quello che fa, ma allora è giusto farlo anche ai Musei Vaticani e in tutti i musei dove c’è arte sacra e religiosa”.
Il sindaco Bianco ha risposto a Sgarbi proprio nella giornata di ieri, sottolineando quanto inutile sia la polemica perché Catania non ha bisogno di chiedere in prestito altre risorse, già stanziate dal patto per Catania voluto dall’attuale governo.
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