La proposta fatta all’assessore regionale all’Istruzione Roberto Lagalla prevede 7 ore settimanali di studio della lingua e della letteratura cinese e uno stage di un mese all’anno in Cina che dovrà sostenere il carico delle spese, come previsto dagli accordi stipulati tra Governo Italiano e Governo Cinese.
Il tutto per incrementare le relazioni tra i due popoli e offrire ai giovani una grande opportunità di crescita e formazione e che potrebbe far crescere impresa, turismo, commercio e ricerca ma che finora da tre anni non ha trovato grande ascolto. Il titolo conseguito sarebbe valido anche in Cina e consentirà di iscriversi in un’università cinese, proprio come succede già in alcuni istituti siciliani quali, ad esempio, il convitto Cutelli con lo studio dell’inglese e del francese.
Nel caso fosse accettata, la richiesta prevederebbe la presentazione della proposta da parte dello stesso assessorato regionale all’istruzione, che dovrebbe redigere nei dettagli l’offerta formativa con il piano di studi e aprire un tavolo tecnico con vari enti regionali a cui spetta dare il via libera, tra cui l’ufficio scolastico regionale, che è il più importante e agisce in accordo col Miur, il Ministero dell’Istruzione. Se ci dovesse essere parere favorevole unanime, l’assessorato regionale istituisce il nuovo indirizzo e le scuole interessate possono aprire le iscrizioni ai corsi.
Di sicuro non sarà una cosa breve, dati i passaggi che la proposta dovrà fare, ma già dai prossimi anni si potrebbero avere alunni siciliani che parlano correntemente il cinese avendolo studiato e appreso a scuola.