Ieri sera, è andata in scena la prima del nuovo show condotto da Nicola Savino che celebra i mitici anni Novanta. Se da un lato "90 Special" ha fatto emozionare i nostalgici, dall'altro non ha del tutto convinto la critica.
Celebrare l’intramontabile range temporale che va dal 1990 al 1999, attraverso personaggi, musica, oggetti, programmi e mode dell’epoca. È (o per lo meno era) questo l’obiettivo del nuovo programma di Nicola Savino, “90 Special”, andato in onda ieri sera, per la prima volta, su Italia 1.
Un intento senza dubbio nobile per una trasmissione dalle potenzialità enormi che però si è tramutato in un piccola Waterloo. Una disfatta le cui cause sono da ricercare in una regia che ha lasciato molto a desiderare, in vari problemi tecnici causati dalla diretta (una sfida interessante questa, ma se nel 2018 i programmi live si contano sulle dita di una mano, un motivo ci sarà?) e nel confronto impari col colossale Alberto Angela che nel frattempo su Rai 1 incantava con le “Meraviglie” d’Italia.
C’è tanta amarezza in questa riflessione a mente fredda, per me che, nella ventosissima serata del 17 gennaio, ero tra i quasi 2,3 milioni di spettatori che ad ogni ospite, canzone, tormentone e cambio di scena avevano un sussulto, un’emozione che strappava facilmente il sorriso.
Il programma, tuttavia, presenta una struttura ben definita. In ogni puntata sono previsti tre esperti che parlano dei must della decade: il “tuttologo” Cristiano Malgioglio, “battitore libero” sugli eventi in studio, forte di una hit che sta scalando ogni classifica e che ieri sera faceva le veci di Angelina Jolie in Maleficient; l’ “enciclopedico” Max Novaresi il cui compito è raccontare le curiosità e gli aneddoti più interessanti, spiegando ai giovani il significato di alcune parole tipicamente anni ’90; il “collezionista” Ruggero Dei Timidi con la memorabilia del periodo, in bella mostra nello studio di Cologno Monzese. Altra figura di rilievo poi è Michele Cucuzza (vera e propria icona del decennio che dall’88 al ’98 ha condotto tg e realizzato più di mille servizi giornalistici) col suo “angolo social” che coinvolge i telespettatori da casa, chiedendo l’invio di foto dell’epoca e gadget trovati casualmente tra i cassetti o nelle cantine, in modo da creare, nel corso della trasmissione una hit parade degli oggetti più “nineties”.
Savino, sulla carta, aveva preparato una prima devastante: Fiorello e Jovanotti, i primi superospiti, sono due “pezzi da novanta” che già singolarmente potrebbero far volare l’auditel del prime time (lo dimostra il fatto che i momenti clou della serata sono stati la conduzione dello showman siciliano – compreso l’immancabile Karaoke – ed il collegamento con Lugano dove Lorenzo Cherubini si trovava in concerto); gli Eiffel 65 che cantando la sempreverde Blue hanno proiettato tutti nel 1999 a suon di “Da ba dee da ba daa”; non è mancata nemmeno la sfaccettatura hot con Rocco Siffredi impegnato (oltre che in un infinita battaglia di doppi sensi) in un quiz con la pornoattrice Malena. A tutto questo va aggiunto il momento nostalgia scaturito dalle note di All you need is love e la comparsa del furgoncino di Stranamore (con Katia Follesa che ha provato a far “rivivere” il programma portato al successo da Alberto Castagna, reinterpretandolo in chiave ironica ed organizzando l’esilarante reunion tra Mietta ed un suo fan).
Il varietà – che suggella il passaggio di Nicola Savino dalla Rai a Mediaset – ha invece lasciato parecchio perplessi, con l’interpretazione di 50 special da parte di Benji e Fede e l’esibizione di ciò che resta delle Lollipop – gruppo formatosi nel 2001, in maniera totalmente mediatica, tramite il programma televisivo “Popstars” – che dopo quasi 15 anni hanno cantato Down, down, down.
Le attese dunque non sono di certo state rispettate, ciononostante la trasmissione ha tenuto compagnia per oltre 3 ore a moltissimi nostalgici del fantastico decennio. Gli ascolti in fondo lo dimostrano: nonostante le critiche, il debutto ha registrato 2.286.000 spettatori con uno share dell’11,8%. Per niente male, se consideriamo la coraggiosa scommessa che è questo format. Di certo però nella seconda puntata è necessaria una svolta, altrimenti Alberto Angela avrà gioco ancora più facile nella conquista dell’auditel.
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