Nuovo appuntamento con l’arte: nella città di Catania arriva una mostra interamente dedicata a Henri de Toulouse-Lautrec, artista maledetto e pittore simbolo della Belle Epoque francese.
Un inizio anno coi fiocchi, dal punto di vista culturale, quello che si prospetta per la città etnea che, a partire dal mese prossimo, ospiterà un altro grande nome dell’arte internazionale. Dopo l’arte di Escher, Chagall e Maier, Catania apre le porte a quella di Henri Toulouse Lautrec, pittore post-impressionista di fine Ottocento che, da secoli, incanta il grande pubblico con la sua personalità bizzarra e le sue opere raffiguranti l’intramontabile fascino della Ville Lumière.
In corso gli ultimi preparativi per l’allestimento dell’esposizione monografica che, dal 7 febbraio al 3 giugno 2018, sarà ospitata all’interno dei locali del Palazzo della Cultura. Curata da Stefano Zuffi, la mostra avrà come obiettivo quello di ricostruire il percorso artistico del pittore post-impressionista con una selezione di ben 170 opere provenienti dall’Herakleidon Museum di Atene.
Tra le principali opere in mostra, presenti saranno alcune litografie a colori di cui l’autore era un maestro, disegni, illustrazioni, manifesti pubblicitari, locandine, acquerelli, video e fotografie che insieme tenteranno di ricostruire, parallelamente, la carriera dell’artista e quello spaccato della Parigi di fine Ottocento – pullulante di artisti di strada, prostitute, ballerine e reietti – a cui Lautrec dedicò l’intera vita.
Nonostante la sua breve esistenza interrotta all’età di trentasette anni, le opere di Toulouse-Lautrec continuano ancora oggi ad esercitare un enorme fascino negli occhi di chi le guarda, un fascino da ricondurre sicuramente a quello senza tempo della capitale francese, ma forse anche all’aura di artista maledetto e sorprendentemente fuori da ogni schema che circonda l’autore che la ritrasse.
Originario di una famiglia aristocratica e affetto da una forma nanismo causata da due cadute da cavallo, Lautrec rifiutò, infatti, gli agi della vita borghese e condusse una vita dissoluta contrassegnata dall’alcol e dai bordelli. Visse da sradicato tra le strade e i locali di Montmartre e, per tale motivo, per il suo eterno girovagare nel cuore di uno dei quartieri parigini che meglio rappresenta la vita da bohémien, fu soprannominato “l’anima di Montmartre”.
Proprio in quel quartiere malfamato, tra i café, i locali e i bordelli, l’artista trovò spiriti affini, profonda ispirazione. Lì vi collocò il suo atelier, dedicandosi soprattutto al disegno e servendosi in maniera nuova di quella linea funzionale tanto cara agli impressionisti per cogliere nel modo più preciso possibile i corpi e gli spazi attorno a sé. Innovativo fu anche nell’ambito della grafica e della litografia di cui divenne un vero e proprio maestro. In particolare, si dedicò alla creazione di locandine e manifesti per spettacoli di teatro e cabaret, anticipando di fatto il moderno manifesto pubblicitario.
Osservare le opere di Lautrec oggi significa catapultarsi letteralmente in un’altra epoca, perdersi in un mondo pittoresco ed estremamente variegato, fatto di spettacoli, luci, colori e intrecci suggestivi e avvolgenti. Significa incontrare ubriachi, ballerine, prostitute, barboni, reietti e sradicati, anime tormentate che popolano ognuno degli sfondi raffigurati, colti con estrema precisione nella loro umanità, un’umanità il più delle volte drammatica e struggente ma non per questo meno dignitosa.
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