A distanza di anni riesplode il problema al polo scientifico dell’Università di Catania. LiveUnict ha raccolto le testimonianze delle vittime dei furti e le possibili soluzioni per arginare il fenomeno ormai dilagante.
Una questione che si credeva superata – anni orsono grazie all’istallazione di un nuovo impianto di videosorveglianza agli ingressi del polo – riscoppia come un fulmine a ciel sereno alla Cittadella universitaria dell’Ateneo catanese. Stiamo parlando del problema dei furti.
A Catania, infatti, se vuoi raggiungere l’università con il tuo mezzo – per seguire le lezioni, studiare insieme ai colleghi, sostenere gli esami (fare cioè tutto quello che sulla carta dovrebbe essere normale per uno studente) – devi sperare di non subire un danno. Non basta svegliarsi all’alba per riuscire a “conquistare” (il termine non è casuale vista la penuria di stalli gratuiti per i veicoli) uno dei pochi parcheggi sulle strisce bianche: sei costretto ad adottare contromisure importanti affinché tu possa ritrovare il mezzo lì dove l’avevi parcheggiato.
E se ritrovi il tuo mezzo, non è detto che esso sia integro. Come accaduto a Giuseppe, laureando in Ingegneria a cui dei malviventi, due settimane fa, “hanno scavicchiato la portiera, aperto il cofano motore e portato via ciò che gli serviva”. Quindi, arrivi prestissimo in Cittadella, rimani l’intera giornata in facoltà e alle 19:30 quando finalmente stai per tornare a casa, ti ritrovi senza la centralina dalla macchina e una parte del motore smontata. Insomma, una situazione che nessuno vorrebbe vivere.
Ma Giuseppe è solamente una delle ultime vittime di questo gravissimo fenomeno. Sul web infatti non mancano le testimonianze di altri ragazzi che hanno avuto spiacevoli sorprese. A Giulia, ad esempio, “hanno rubato il casco del motorino che ho lasciato agganciato sotto il sellino per anni”, mentre Sergio racconta la scomparsa di un motorino Chak 125.
La domanda a questo punto sorge spontanea: ma i responsabili della sicurezza dove sono? Giulia racconta che – andata dal vigilante lato via Santa Sofia – le sono state dette testuali parole: “Non ci possiamo fare niente, sono stati i tuoi colleghi”, mentre con Giuseppe le guardie sono state più “diplomatiche”, evidenziando una falla non indifferente: “Noi non possiamo fare niente, entrano dal Cus, le telecamere sono poste solo negli ingressi carrai e non negli ingressi pedonali”.
Per quanto riguarda le possibili soluzioni, sono gli stessi ragazzi vittime dei furti a dare dei consigli non celando però rabbia ed un discreto pessimismo: “Con le telecamere non si conclude nulla servono i pass e più controlli da parte della sorveglianza dato che paghiamo già abbastanza tasse per vederli star lì a grattarsi la pancia o al massimo a fare le multe” e ancora “Pure io penso che una soluzione sarebbe il pass anche se come ogni cosa verrà richiesto solo i primi tempi e poi comincerà ad entrare nuovamente chiunque”.
Quella dei furti alla Cittadella è, dunque, una vera e propria patata che da fredda è tornata ad essere estremamente bollente per università ed addetti ai lavori. Una questione da risolvere il prima possibile affinché ogni studente possa tornare a vivere la propria facoltà senza altre preoccupazioni se non quelle realtive allo studio.
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