Un lungo corteo di luci si è snodato ieri sera per la Cittadella universitaria di Catania, dove si è svolta una fiaccolata per ricordare Danilo Di Majo, studente universitario travolto mentre percorreva l’attraversamento pedonale in viale Doria.
[ngg_images source=”galleries” container_ids=”200″ sortorder=”2763,2768,2769,2767,2766,2762,2764,2765″ display_type=”photocrati-nextgen_basic_imagebrowser” ajax_pagination=”0″ template=”/var/www/vhosts/liveuniversity.it/wp-content/plugins/nextgen-gallery/products/photocrati_nextgen/modules/ngglegacy/view/imagebrowser-caption.php” order_by=”sortorder” order_direction=”ASC” returns=”included” maximum_entity_count=”500″]Sono passati mesi dallo scorso 24 luglio, quando lo studente di Medicina Danilo Di Majo, 25enne originario di Enna, è stato falciato mentre attraversava le strisce pedonali nei pressi della Cittadella Universitaria. La sua vita è stata spezzata, ma non ci sono ancora le risposte che meriterebbero i suoi cari. Il responsabile del tragico incidente non ha ancora un volto. È questo uno dei motivi che ha spinto alcuni colleghi e amici di Danilo ad organizzare una fiaccolata, che è seguita all’intitolazione a Danilo dell’aula studio “Cittadella” dell’Ersu di Catania, gestita dall’associazione LiveUniCT.
“Vogliamo unirci alla sofferenza e al dolore della famiglia di Danilo. – ha spiegato a LiveUnict Lucio, uno degli organizzatori dell’evento – Ma vogliamo che questo oggi sia anche un segnale per l’amministrazione comunale, perché non si è ancora fatto nulla per mettere in sicurezza l’attraversamento pedonale. Si parla di un autovelox, ma noi non crediamo sia il metodo più sicuro, preferiremmo che fosse ripristinato il ponte sopraelevato. Speriamo, inoltre, che chi sappia parli. Ci sono tante voci: si parla di qualcuno che abbia seguito la macchina dell’incidente con un motorino, si parla anche di una seconda macchina ferma e che, nello stesso mezzo che ha travolto Danilo, ci fossero più persone. Questo gesto nasce anche per noi stessi, questo è il segno che noi oggi siamo una comunità e che l’università non è solo una macchina produttrice di conoscenze”.
Durante la manifestazione erano presenti anche i genitori di Danilo, che hanno guidato la fiaccolata, seguiti da una lunga scia di luci. “Danilo ci dava tante soddisfazioni e tante gioie, e ce ne avrebbe date altre. Lui amava quello che faceva, qualsiasi cosa facesse spiccava, era un leader. Siamo contenti dell’intitolazione dell’aula studio a Danilo, ma nel dolore. Siamo distrutti”, ha raccontato a LiveUnict la mamma del giovane, in lacrime.
“Questo ragazzo è una vittima della strada, – ci ha spiegato il prof. Alessandro Cappellani, presidente dell’Ersu di Catania – ma è anche un ragazzo che ha fatto un estremo atto d’amore verso la società. Ho capito, dopo questa vicenda, cosa significhi essere ‘aristocratici’: Danilo e la sua famiglia hanno deciso di donare gli organi a chi ne aveva bisogno, con un atto di generosità. Lui aveva dei sogni straordinari, voleva fare il medico e aveva scelto di farlo restando in Sicilia. L’intitolazione dell’aula studio è stata fatta anche per dare un segnale: Danilo non sarà dimenticato, lo abbiamo promesso durante il suo funerale”.
Diverse le parole di stima, ammirazione e tristezza espresse dalle amiche di Danilo, che hanno preso parola durante l’iniziativa per raccontare i sogni e le speranze del ragazzo rimasto ucciso. Presente anche l’associazione “Io guido e basta”, nata dopo la morte di Ornella Condorelli, studentessa di Medicina legata a Danilo dallo stesso tragico destino.
“Un’altra mente brillante è scomparsa a causa di uno sciocco, non è comprensibile. Vi invito a riflettere, non perché tutti potremmo essere delle probabili vittime, ma per renderci conto che tutti potremmo essere probabili cause: in un battito di ciglia possiamo spezzare una vita”, ci ha detto Claudio, fratello di Ornella Condorelli.
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