Il Sindaco Enzo Bianco, su Facebook, torna a parlare di una delle più variopinte realtà catanesi: il racket dei parcheggiatori abusivi che, in barba alla legalità, affligge la città di Catania e, in particolare, il centro storico.
Quello dei parcheggiatori abusivi, un vero e proprio metodo di controllo del territorio, è un fenomeno che, da ormai qualche anno, si cerca di contrastare senza troppo successo. Ma, se finora l’unico modo per combatterlo poteva essere multare queste persone colte in flagrante senza spaventarle particolarmente, secondo Bianco, oggi, cominciano a manifestarsi le condizioni per intervenire: “abbiamo chiesto al governo e al parlamento un decreto sulla sicurezza urbana ed oggi abbiamo i mezzi per intervenire, lo strumento per intervenire è la possibilità di chiedere al questore di emanare un DASPO, che permetterà di procedere in maniera più consistente nei confronti dei parcheggiatori.”, ha dichiarato durante una diretta Facebook. Ma il passaggio dalle parole ai fatti, si sa, è irto di ostacoli.
Una delle situazione più drammatiche è, da sempre, quella di Piazza Dante dove sorge lo splendido Monastero dei Benedettini, sede del Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Catania e miniera d’oro per i parcheggiatori abusivi. Chiunque capiti da quelle parti, può notare senza troppi sforzi come l’intera zona – che comprende la piazza ma anche le vie circostanti – sia letteralmente invasa da parcheggiatori che quotidianamente, in maniera silente o aggressiva, chiedono il pizzo per un posto auto, riempiendo e deturpando una delle più belle piazze città. Le vittime predilette sono gli studenti del Monastero che, per parcheggiare nei pressi dell’università, devono piegarsi ogni giorno a questo pittoresco malcostume e che non sono incentivati in nessun modo ad usufruire di soluzioni alternative. Il problema principale è sempre stato, infatti, l’elevato costo delle strisce blu rispetto ai prezzi dei parcheggiatori abusivi: chi avesse necessità di restare in zona per tutta la giornata, infatti, dovrebbe pagare circa 6 euro e non tutti sono nelle condizioni di sborsare tale cifra. La stessa situazione, forse in misura minore e meno grave, è ormai abitudine anche per gli studenti di altre sedi universitarie come quella della Cittadella e del Dipartimento di Economia.
Le soluzioni per cominciare a smantellare il fenomeno, da un punto di vista strettamente pratico, esistono e ci sono sempre state: tra le tante, ad esempio, quella di proporre delle tariffe alternative, creando una vera e propria concorrenza al parcheggiatore abusivo, o di rendere la zona interamente pedonale. Ma non si tratta di un’idea del tutto nuova ed, evidentemente, il problema più che pratico è, come sempre e prima di tutto, culturale. Numerosi e importanti tentativi sono stati, infatti, già avanzati qualche anno fa da alcuni studenti senza alcun successo: il movimento “Monastero Abusivo”, ad esempio, aveva cercato di sensibilizzare l’opinione pubblica e di collaborare con le istituzioni per combattere il fenomeno grazie soprattutto all’impegno di una studentessa di lettere, Laura Trovato, che ha realizzato un video e lanciato una campagna dagli hashtag #monasteroabusivo e #noncisto. Tra le varie proposte, c’era quella di stringere accordi con parcheggi privati per offrire posti auto a prezzi ragionevoli o un abbonamento mensile o annuale con la Sostare con cifre ridotte. Prontamente le istituzioni comunali e universitarie sembravano essersi mobilitate per dare il loro supporto, grazie anche all’intervento delle forze dell’ordine, ma evidentemente sicurezza e controlli non sono sufficienti senza soluzioni a lungo termine.
Quest’iniziativa è, infatti e purtroppo, caduta nel dimenticatoio per le difficoltà evidenti di smantellare il fenomeno e per lo scarso aiuto ricevuto dalle istituzioni e, come questa, tutti gli altri tentativi: per invertire la tendenza e creare delle alternative davvero valide, il cambiamento che prima servirebbe è quello culturale, un cambiamento che parta da gesti piccoli ma significativi come quello di accettare di correre qualche rischio in più non pagando il parcheggiatore, ma che sia supportato da interventi comunali importanti che assicurino maggiore sicurezza e servizi. Finché la situazione resta immutata, siamo tutti complici – cittadini e istituzioni – di questo fenomeno illegale.
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