Approvata dal Parlamento tedesco la legge contro l’omesso controllo da parte dei gestori dei social: multe elevatissime per i siti che non rimuovono entro sette giorni contenuti illegali e fake.
La Germania ha approvato la Network enforcement Act, la legge contro coloro che sui social incitano all’odio. Entrerà in vigore ad ottobre e prevede che se Facebook, Youtube, Linkedin o Twitter non interverranno entro 24 ore nella rimozione dei contenuti illegali, dovranno pagare delle multe con un ammontare che va dai 5 milioni ai 50 milioni di euro. Per i contenuti illegali non immediatamente visibili è previsto un margine di tempo fino a sette giorni.
L’opinione pubblica appare divisa. Da un lato, Facebook ha dichiarato di condividere l’obiettivo della legge approvata dal Parlamento tedesco ma, come riportato su Il Fatto Quotidiano, ha specificato che “la migliore soluzione verrà trovata quando il governo, la società civile e le industrie del settore lavoreranno insieme e che questa legge, così come è stata approvata, non migliorerà gli sforzi profusi per affrontare questa importante questione sociale”. Favorevole all’adozione di una legge analoga, si era dichiarata, inoltre, il primo ministro inglese Theresa May. Dall’altro lato, opinionisti e esperti dei diritti umani sostengono che la legge tedesca non sia altro che una minaccia alla libertà di parola.
Stando ai fatti, del tutto fallimentare è stata “Alliance For The Freedom of Expression”, la coalizione che ha lottato contro il provvedimento dello stato, accendendo un ampio dibattito che si sarebbe rivelato tuttavia un fuoco di paglia. Sarebbe stata realizzata, infatti, una censura arbitraria realizzata dagli stessi gestori dei social media, nei casi in cui secondo le norme precedenti era previsto l’intervento di un giudice.
Dall’altro canto, le statistiche evidenziano un costante aumento sui social di contenuti diffamatori e che inneggiano all’odio sia in Germania che in altri paesi. A tal proposito Facebook rende noto di aver assunto 3.000 nuovi dipendenti per stanare le fake news, da aggiunger ai 4.000 che controllano i post condivisi dagli utenti.
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