Un giovane di oggi risulta essere più simpatico, estroverso e sicuro di sé rispetto ai suoi genitori. Ciò nonostante sembra esserci un andamento regressivo su questi dati positivi rilevati negli ultimi decenni.
I test di psicologia mostrano infatti il miglioramento negli anni di alcuni tratti della personalità, ma sostengono che si sia fermata la crescita del quoziente intellettivo. L’effetto Flynn, cioè la registrazione dei livelli di aumento del quoziente intellettivo fra la popolazione, documentato a partire dagli anni ‘80, ha visto i paesi sviluppati registrare ben 30 punti in più rispetto agli altri tra l’inizio e la fine del XX secolo. Nel nuovo millennio,però, la tendenza sembra essersi fermata o invertita, con l’eccezione dei paesi asiatici.
Nonostante gli evidenti limiti (lo studio non prende in considerazione i dati successivi alla crisi economica del Nuovo Millennio e prende come campione solo la popolazione maschile) lo studio finlandese è perfettamente univoco con quelli svolti negli altri paesi del mondo. Ricerche svolte negli Stati Uniti, hanno mostrato come vi sia un aumento di tendenze narcisistiche della personalità fra i giovani dei college, insieme ad una propensione ad essere i leader del gruppo.Risultati simili si sono avuti in Svezia, nel 2013, in una fascia d’età totalmente diversa – fra 75enni – lo studio mostrava, infatti, come gli anziani svedesi si mostrassero più aperti e meno formali rispetto ai loro coetanei 40 anni prima.
Proprio in Europa del Nord, però, si sono segnate le prime falle sul quoziente intellettivo della popolazione. Simpatici ed estroversi, quindi, a scapito di un po’ di materia grigia in più.