Dopo tanti anni le sue “lezioni” torneranno nelle scuole di Catania: parliamo di Giuseppe Fava, il giornalista siciliano che si occupò delle inchieste contro la criminalità organizzata; tutto questo grazie al crowdfunding di “Laboriusa” insieme alla “Fondazione Fava”.
Un siciliano sa bene di cosa si tratta, quando si parla di mafia – forse più di tutti gli altri italiani. Quando un siciliano parla di mafia, parla di pizzo, parla di criminalità, parla di violenza, parla di oppressione, ma automaticamente ad un Siciliano, vien voglia di parlare dei grandi eroi, anzi di uomini comuni che facevano il loro lavoro, che hanno combattuto la mafia: e si comincia con Peppino Impastato, poi i due magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, poi Pio La Torre, e ancora altri. Tra questi, anche il giornalista Giuseppe Fava, nato a Palazzolo Acreide (SR) il 15 settembre 1925 e ucciso a Catania il 5 gennaio 1984 da “Cosa nostra“.
I siciliani sanno tanto di mafia, ma non perché sono dei mafiosi, semplicemente perché l’hanno vissuta questa mafia, e l’hanno combattuta; un siciliano sa come combatterela: non restando “muti” e fermi. E questo, è uno dei tanti principi fondamentali della lotta di Pippo Fava.
Pippo insegnava ai ragazzi delle sua classe come si lottava questo mostro, di non stare “muti” per paura di essere presi di mira, avere coraggio e sperare sempre per il meglio, che questa “bella terra” un giorno sia libera. Purtroppo Pippo non c’è più, e di conseguenza nemmeno le sue lezioni: ma un suo ritorno in aula poteva essere considerato inevitabile. Infatti, grazie ad una campagna di crowdfunding sulla piattaforma online siciliana di “Laboriusa“, basandosi sull’idea e progetto dell’associazione “Fondazione Fava“, i ragazzi delle scuole catanesi avranno l’opportunità di conoscere le fondamenta della lotta alla mafia.
Come? Ebbene, il progetto della “Fondazione Fava” prevede una stampa di opuscoli proprio sulle lezioni che Pippo ci ha lasciato: una campagna di sensibilizzazione, per promuovere il risveglio e la ribellione della nuova generazione. Il progetto è stato accolto con tanto entusiasmo, grazie al sito di crowdfunding “Laboriusa”, l’associazione ha ricevuto un finanziamento oltre i 1.000 euro, conseguendo una stampa di circa 500 opuscoli che verranno distribuiti nella scuole di Catania.
Tanto entusiasmo anche da parte della “Fondazione Fava”, che in poco tempo si è ritrovata appoggiata dalle persone, che sentono la necessità di risvegliare questi precetti contro la mafia, nelle generazioni del domani, in modo da continuare la lotta e non permettere che la criminalità organizzata possa prendere in mano la nostra Sicilia.
Un Siciliano ha bisogno di lottare per scacciare via questo fardello, per la sua casa, per la sua famiglia e per il futuro di ogni uomo o donna, per essere libero; e Pippo ci lascia chiedendoci, a tutti noi: “A che serve vivere, se non c’è il coraggio di lottare?“