Mercato del lavoro e burocrazia del placement universitario: un tasto dolente che non aiuta gli studenti nell’inserimento lavorativo.
Argomento molto comune è quello della disoccupazione dei giovani italiani, un fatto sotto gli occhi di tutti del quale spesso si parla, però, in modo improduttivo e poco analitico, senza proporre delle soluzioni utili. La radice di questi problemi risiede già alla base, nel momento in cui avviene l’incontro tra domanda e offerta: la maggior parte degli atenei italiani non dà libero e immediato accesso ai curriculum in forma completa, come, invece, dovrebbe avvenire secondo le modalità di pubblicazione previste della legge.
Nei cv, oltre alle varie informazioni, dovrebbero essere inclusi il nome dello studente e/o numero di cellulare o indirizzo email. Poiché questi dati non sono immediatamente accessibili, le aziende interessate sono costrette ad avviare una lenta trafila burocratica. Occorre che, prima, l’azienda si registri ad Almalaurea o ad altri sistemi di raccolta cv creati dagli atenei e poi, trascorsi alcuni giorni dalla registrazione, l’ufficio placement verificherà i dati e invierà le credenziali di accesso al cv che permetteranno di visualizzarlo in forma completa.
Come se non bastasse, la registrazione non consente alle aziende di effettuare un numero di download illimitato: esiste un tetto di cv visionabili e una durata limitata dell’abbonamento, ad un certo punto sarà, dunque, necessario che l’azienda interessata ai cv compili un modulo di richiesta da inviare, sperando che l’ufficio placement risponda. Ancora più complessa è, inoltre, la situazione per le 11 università telematiche italiane che richiedono contatti diretti tra con i responsabili degli uffici preposti.
Una ricerca condotta da ADAPT ha fatto emergere un’ulteriore incongruenza tra quanto previsto dalla legge e quanto avviene nella realtà. L’art 6 del d. lgs. n. 276/2003 ha introdotto per le università pubbliche e private dei particolari regimi di autorizzazione snelli e agevoli, oltre ad una procedura semplificata nelle attività di intermediazione.
I requisiti sono i seguenti:
1- Rendere pubblici e gratuitamente accessibili i cv dei propri studenti;
2- Sui propri siti istituzionali;
3- Dalla data di immatricolazione fino ad almeno 12 mesi dopo il conseguimento del titolo di studio;
4- Interconnettendosi alla borsa nazionale continua del lavoro ovvero il portale www.cliclavoro.gov.it;
Nella buona resa della procedura è sufficiente che le università comunichino preventivamente al Ministero del lavoro l’inizio dell’attività, allegando a questa un’autocertificazione che attesti il possesso dei requisiti richiesti. Il Ministero a questo punto provvederà a registrare il tutto nell’albo informatico apposito. Ulteriori chiarimenti sono stati dati dalla circolare del 4 agosto 2011, nella quale è esplicitato che il cv deve riportare almeno un numero di telefono cellulare o un indirizzo di posta elettronica, al fine di poter permettere il contatto diretto tra l’azienda e gli studenti.
Di difficile attuazione resta, in ogni caso, il terzo requisito. Nonostante la semplificazione delle procedure, permangono ancora delle lungaggini relative al momento della compilazione dei cv, compilati per altro in modo distratto dagli studenti e pertanto risultanti spesso lacunosi di alcune informazioni essenziali. Questo, nella stragrande maggioranza delle volte, succede perché non si ha la percezione dell’importanza che ricopre l’inserimento del proprio cv on line.
Per avere dei sostanziali miglioramenti in ambito occupazionale, sarebbe opportuno rinforzare il ponte di intermediazione costituito dalle università tra gli studenti e le aziende. Ciò potrebbe essere possibile attraverso tirocini formativi, presentazioni aziendali, career day e soprattutto attraverso la comprensione da parte delle università delle esigenze formative delle varie figure professionali richieste dal mercato, progettando a monte corsi di laurea più funzionali e specifici. In fine, per una buona collaborazione tra università e mercato del lavoro, è necessario che ci sia una migliore circolazione dei curricula attraverso un’affinamento del ruolo strategico degli uffici placemente delle Università.
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