Rimane alto il livello d’allarme morbillo in Italia. Ad aprile si sono registrati 385 nuovi casi che, rispetto al mese di marzo (818), sono decisamente molti di meno ma la cifra resta superiore di 5 volte rispetto all’aprile 2016, con 76 casi.
I dati sono stati diffusi dall’ultimo bollettino di sorveglianza sul morbillo del Ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS). Sono già 1.920 i casi dei malati registrati dall’inizio dell’anno e messi a confronto con i casi registrati in totale nel 2016, cioè 800, si nota con facilità l’incredibile aumento. L’88% di questi 1.920 nuovi casi è formato da persone non vaccinate.
L’Italia si è aggiudicata addirittura un posto nell’elenco delle nazioni “a rischio salute” a causa dell’aumento di casi di morbillo verificato già a metà aprile.
Riguardo questi preoccupanti dati si esprime la ministra della Salute, Beatrice Lorenzin: “Purtroppo i dati sul morbillo sono davvero preoccupanti e questo soprattutto a causa della grave e pericolosa disinformazione antiscientifica, fomentata anche da parte di alcune forze politiche, che ha portato negli ultimi anni le persone a non vaccinarsi. Ora è fondamentale – avverte la Lorenzin – che le Regioni applichino il nuovo Piano nazionale vaccini, anche e soprattutto attraverso la sensibilizzazione e la corretta informazione ai cittadini“. Inoltre la ministra ci tiene ad esprimersi riguardo ai vaccini, sottolineando che essi sono “sicuri e salvano vite”.
Purtroppo il morbillo è una malattia che molto spesso comporta diversi problemi e a dimostrarlo sono anche le cifre: il 34% dei malati ha almeno una complicanza, il 40% sono stati ricoverati, il 15% sono finiti al pronto soccorso. A discapito da com’è concepita solitamente la malattia, una curiosa novità riguarda l’età media che viene colpita dal morbillo, essa infatti si è elevata a 27 anni. Si contano anche 127 casi tra gli operatori sanitari. La regione più colpita è il Lazio, con 570 casi, seguita dal Piemonte (429) e dalla Lombardia (242). Pochissimi casi toccano invece il sud: 57 in Sicilia, 18 in Calabria, 8 in Puglia, 1 in Basilicata e 12 in Campania.
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