La disoccupazione cala, il numero degli occupati è stabile, si riduce il numero di coloro che cercano lavoro e aumentano gli inattivi: questi gli ultimi aggiornamenti dal mercato del lavoro in Italia
Secondo gli ultimi dati Istat, a febbraio, il numero degli occupati in Italia è rimasto stabile rispetto a gennaio, confermandosi all’11,5% con 22.862.000 persone con un posto di lavoro e uno stipendio. Dal 2004 i dati sono sempre gli stessi, ma la composizione degli occupati cambia: se nel febbraio 2004 il tasso di occupazione femminile era al 45,3% e quello maschile al 69,7%, oggi quello femminile è arrivato al 48,4% e quello maschile al 69,7%. Cresce, dunque, il numero di donne occupate e cala quello degli uomini. Il calo, però, è più accentuato tra gli over 50: l’occupazione “aumenta tra gli ultracinquantenni e diminuisce nelle restanti classi di età”. Scorrendo le stime Istat, infatti, si vede come si siano registrati 402.000 nuovi occupati tra gli ultracinquantenni, ma anche come per la fascia d’età compresa tra 15 e 24 anni, nel trimestre dicembre-febbraio, il numero di occupati sia rimasto stabile a 966 mila e come si siano persi 106.000 occupati nella fascia 35-49 e 17.000 in quella 25-35.
Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, su Twitter, esprime soddisfazione: “Cala la disoccupazione, anche tra i giovani. L’impegno per le riforme ottiene risultati. E continua”. A guardar bene, però, i dati raccontano tutta un’altra storia. Il tasso di inattività, infatti, è pari al 34,8%, in aumento di 0,1 punti percentuali su gennaio: i disoccupati, quindi, paiono in calo, ma il numero di inattivi sale vertiginosamente. Infatti, secondo l’Istat la “stima delle persone in cerca di occupazione a febbraio registra un forte calo su base mensile (-2,7%, pari a -83 mila)”, moltissime persone rinunciano a cercare lavoro, escono dal mercato, e per questo il tasso di disoccupazione scende. Per di più, il dominio della fascia degli ultracinquantenni nei dati crescita occupazionale, sembrerebbe una semplice conseguenza dell’età pensionabile. Quindi, in realtà, non si assumono nuovi ultracinquantenni, ma quegli ultracinquantenni che già lavorano e che non riescono a maturare il requisito per la pensione, continuano semplicemente a lavorare.
Se volessimo andare oltre i confini nazionali, poi, il tasso di disoccupazione italiano rimane comunque più alto di quello di tutta l’Eurozona che, secondo Eurostat, è pari al 9,5% nel mese di febbraio (in calo dal 9,6% di gennaio e dal 10,3% di febbraio 2016). All’interno dell’Unione, il tasso è invece all’8% (in calo dall’8,1% di gennaio e dall’8,9% di febbraio 2016).
In breve, la ripresa, se c’è, è ancora troppo modesta. Come dice Guglielmo Loy, segretario confederale Uil, su Repubblica: “Galleggiamo”.
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