Seconda giornata di proiezioni per Learn by Movies, la rassegna cinematografica che giunta alla sua 14° edizione, unisce il piacere della visione collettiva alla fruizione in lingua originale delle pellicole.
Come di consueto, sono due i film che l’Università degli Studi di Catania ha scelto di proiettare lunedì 3 aprile al Cinema Odeon, in Via Filippo Corridoni 19. Per questa sera il film delle ore 18:00 è “Toni Erdmann”, di Maren Ade (V.O. in tedesco) e quella delle ore 20:30, con replica alle 22:40 è “Neruda”, di Pablo Larraín (V.O. in spagnolo). L’orario di inizio della pellicola “Neruda”, come fa sapere la Fanpage di Learn by Movies, potrebbe subire un ritardo a causa della durata del film che la precede. L‘ingresso è gratuito fino ad esaurimento dei posti.
Anche per questa seconda serata di Learn by Movies, alta qualità assicurata. Infatti i film scelti per questa sera, sono stati entrambi candidati a diversi concorsi, all’interno dei quali hanno ricevuto vari premi. “Toni Erdmann” ha vinto in ben 5 categorie nell’European Film Award 2016 (tra cui quello al miglior film e al miglior regista) e il Premio Fipresci al Festival di Cannes 2016. Molti i riconoscimenti per “Neruda”, premiato i diverse categorie al National Board of Review of Motion Pictures del 2016, al Lima Latin American Film Festival dello stesso anno, oltre che al Palm Springs International Film Festival (2017) e al Woodstock Film Festival (dove è stato premiato in ben 5 categorie).
Critica positiva per entrambi i film. Di “Neruda” Javier Ocaña di El País parla di “un film politico che parla di un poeta. Ma anche un film poetico che parla di un politico” e prosegue soffermandosi sulla capacità di Larraín di riuscire ad “abbracciare i due aspetti, a volte in contrasto tra loro, di una personalità mitica e a creare un melodramma solenne, un thriller lirico, un dramma esistenziale che parla di un’epoca di fervore idealista contagioso e a volte, per forza, bugiarda.
A parlare per Toni Erdmann è Mathieu Macheret di Le Monde, che esalta le capacità della regista di sapersi confrontare con il genere della commedia di personaggi, “un genere non esattamente comune nel giovane cinema tedesco” sostiene il critico, continuando ” il film funziona un po’ come un razzo a tre stadi che si avvia, decolla e poi arriva a toccare le stelle”. Per Macheret, ad impressionare sono “la precisione dei tempi, l’esattezza degli attori, la brillantezza del timbro e della luce”.
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