In pratica, si segnala che ragazze e i ragazzi di 15 anni, figli e non di genitori laureati e dotati di una libreria di almeno 100 pezzi, presentano competenze in Lettura e Matematica con una differenza di solo lo 0,45 in proporzione (mentre la media è dello 0,48). Basti pensare che per la Danimarca è pari a 0,64 e per la Germania sfiora il valore di 0,49. Il divario con l’istruzione dei genitori all’età di 15 è di medie dimensioni in Australia, Austria, Finlandia, Francia, Irlanda e Spagna.
Anche dopo il diploma, in Italia si conferma minimo. “I dati Ocse – sostiene il ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli – confermano che il nostro sistema scolastico funziona: fra le nostre e i nostri quindicenni le differenze socio-economiche di partenza pesano meno che in altri Paesi. Questo divario, però, torna a farsi sentire dopo l’uscita dal sistema scolastico. È quindi molto importante investire anche sull’acquisizione di competenze lungo tutto l’arco della vita e aiutare le ragazze e i ragazzi, soprattutto chi è in condizione di svantaggio, ad affrontare al meglio la transizione dalla scuola agli studi successivi o nel mondo del lavoro”.
La scuola italiana si dimostra quindi una scuola del Welfare State o è ancora troppo poco? Purtroppo, ma non è un problema che coinvolge solo l’Italia, i dati peggiorano quando si analizza la preparazione degli adulti di 27 anni, sempre riguardo alla cosiddetta literacy, in Italia il divario si amplifica anche oltre la media Ocse: 0,67, in Italia, e 0,61 a livello internazionale. Tuttavia la Fedeli – come riportato da la Repubblica – commenta: “I dati ci dicono che la scuola italiana è una scuola inclusiva, capace di supportare le studentesse e gli studenti che partono da condizioni più svantaggiate. Una scuola di cui possiamo essere orgogliosi e a cui dobbiamo ora continuare a garantire strumenti e risorse perché possa attuare sempre pienamente l’articolo 3 della nostra Costituzione, garantendo a tutte le ragazze e tutti i ragazzi pari opportunità e uguaglianza. In questa direzione vanno gli investimenti che stiamo facendo sulle competenze delle studentesse e degli studenti attraverso i fondi PON che abbiamo messo a bando nelle scorse settimane”.
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