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TURISMO – Aci Trezza e Aci Castello: cosa vedere nella Riviera dei Ciclopi

Storia, leggende, fantasmi, sapori e bellezze naturali: tutto questo racchiuso nel lembo di terra e di mare tra Aci Trezza e Aci Castello.

Omero racconta che Polifemo, incollerito per essere stato accecato da Ulisse, iniziò a scagliargli contro degli enormi massi, dando vita a dei faraglioni e a un’isola, definita dal poeta “isola delle Capre”, la stessa che oggi è conosciuta come Isola Lachea. Un luogo legato a molti miti del mondo greco, un territorio che è frutto delle varie dominazioni che si sono avvicendate sul territorio siciliano, il teatro delle storie raccontate dallo scrittore catanese Giovanni Verga.

La Riviera dei Ciclopi può essere un luogo ideale per rilassarsi, godendo del mare, degli spettacolari paesaggi naturali e dei sapori della cucina mediterranea. Una zona che al contempo può offrire molteplici spunti di arricchimento culturale ed emozionale. Da Aci Castello ad Aci Trezza corre una verace scia di bellezza e sicilianità che vale la pena vedere. Ecco i principali luoghi da visitare.

Aci Castello è un piccolo villaggio di pescatori, i cui luoghi si intrecciano strettamente con il mito e la storia. Si racconta che la cittadina origini dall’antica Xiphonia, una misteriosa città greca scomparsa senza lasciare traccia. A rendere ancora più affascinante Aci Castello sono stati  Ovidio e Virgilio, raccontando di questo luogo come teatro dell’amore tra un pastore di nome Aci e la giovane ninfa Galatea, della quale era innamorato anche Polifemo, il dio del mare. Oggi, i posti più frequentati dai turisti sono il Castello, la piazza e il reticolo di viuzze suggestive presenti all’interno del comune.

 

Il Castello di Aci si erge a strapiombo sul mare da un imponente promontorio di roccia lavica. Le prime notizie storiche risalgono ad epoca bizantina, quando, intorno al VII secolo d.C, venne costruito un primo castello dai resti di una fortificazione romana. Le testimonianze della dominazione araba sono riportate dallo storiografo Al- Muqaddasi che parla del luogo definendolo “Al Yag o Liag (città murata che si affaccia sul mare). Durante la dominazione normanna venne introdotto, anche qui, il sistema feudale e il castello passò all’abate e vescovo di Catania Angerio da S.Eufemia. Dopo essere passato al Demanio Regio al tempo di Federico II di Svevia, il territorio di Aci Castello venne reso libero da Carlo V (XVI secolo). Nel 1967 il Castello fu compreso nel Demanio Comunale e nel 1967 la Soprintendenza ai Monumenti della Sicilia Orientale curò la sua restaurazione. Quello che resta del castello sono: una grande terrazza panoramica, i locali del museo e della cappella, i resti dell’antico ponte levatoio, un giardino che ospita un piccolo orto botanico e, soprattutto, i suoi fantasmi e le sue leggende. Tra le tante spicca quella di donna Violante e del paggio Corrado: una storia d’amore e morte raccontata da Verga ne “Le storie del Castello di Trezza”. Il Castello è aperto ogni giorno compresi festivi ed è visitabile ad orari che variano stagionalmente.

Aci Trezza è un piccolo centro peschereccio, frazione del comune di Aci Castello. Un luogo che incanta per le sue bellezze paesaggistiche, azzeccato per trascorrere una giornata all’insegna del relax al cospetto di quadretti suggestivi realizzati dalla natura incontaminata. Fondata da Stefano Riggio nel XVII secolo, al tempo del principato si distinse come florido centro commerciale. Oggi è particolarmente nota per i suoi splenditi luoghi turistici: l’Isola Lachea, i Faraglioni dei Ciclopi, le spiagge e la Casa del nespolo.

L’Isola Lachea e i faraglioni dei Ciclopi sono delle pietre preziose, incastonate nel turchese del mare che bagna le coste di Aci Trezza. Se siete degli amanti delle bellezze paesaggistiche naturali, visitarle potrebbe essere un’esperienza mozzafiato. La zona costituisce una riserva naturale apprezzata in tutto il mondo. Di recente i faraglioni dei Ciclopi sono stati mostrati in un video dei Coldplay per la canzone Amazing Day. Molto suggestivo può essere visitare l’isola e i faraglioni a bordo di barche condotte da anziani pescatori che, al costo pochi euro, accompagnano i turisti per mare.

La Casa del Nespolo è un piccolo museo realizzato all’interno di una tipica abitazione siciliana, sita accanto alla chiesa di San Giovanni. L’ingresso è costituito da un arco di pietra lavica che dà su un orticello affiancato da due stanze. Partendo dalle vicende dei Malavoglia descrive la vita dei pescatori del luogo. Una delle stanze è dedicata “La Terra Trema”, un film girato da Luchino Visconti proprio ‘a Trizza e che vide come attori uomini e donne del posto. L’altra stanza raccoglie alcuni strumenti di vita quotidiana usati dai pescatori. Se vi trovate ad Aci Trezza, visitare la Casa del Nespolo è un’occasione da non perdere. 

Aci Trezza è anche terra ricca di sapori. Dal semplice “seltz sale e limone”, si passa alle più prelibate ricette a base di pesce servite nei ristoranti locali. Tra le tante, quella che probabilmente ha più spicco sulle tavole trizzoti è la ricetta degli involtini di pesce spada: un bocconcino di pesce ripieno di capperi, olive, pangrattato e pomodori. Evento di primaria importanza dal punto di vista gastronomico è sicuramente la Sagra del pesce spada, organizzata ogni anno nel mese di luglio.

Raggiungere Aci Castello e Aci Trezza da Catania è possibile in macchina e  anche con i mezzi pubblici. L’Amt ha predisposto la linea 534 che da Piazza Borsellino attraversa la città e raggiunge via Cristoforo Colombo (Acicastello) e Piazza delle Scuole di Acitrezza. Viaggiando in macchina da Catania si può raggiungere Aci Castello in circa 30 minuti (partendo dagli Antichi Archi), percorrendo la SS114 o Viale Ulisse e poi la SS114. Da lì il lungomare di Aci Trezza dista circa 6 minuti.

Simona Lorenzano

Cresciuta ad Agrigento, terra in cui ha respirato la grecità a pieni polmoni, consegue la maturità presso il Liceo Classico Empedocle. La passione per la salute e il benessere la spingono a laurearsi in Infermieristica a Catania. Scrive su Live UniCT sin dal primo anno di università e continua a coltivare il suo amore per la scrittura, la musica e le discipline umanistiche. Per citare Plinio il Vecchio: “Non lasciar passare neanche un giorno senza scrivere una riga”.

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