Secondo il rapporto Anvur 2016 sulla Ricerca, l’Italia ha raggiunto ottimi risultati. Il rapporto si riferisce alla produzione scientifica registrata nel periodo 2011-2014. Dopo la prima valutazione internazionale, ecco i dati sul confronto nazionale della ricerca.
A livello nazionale, sono stati rilevati miglioramenti nella ricerca. Secondo il rapporto Anvur 2016, permangono però delle differenze geografiche: le migliori università si collocano al Nord. La classifica suddivide gli atenei italiani in base all’area di ricerca e in tre sezioni: grande, medio, piccolo. La dimensione dell’ateneo non è assoluta, ma varia in base all’area scientifica considerata.
Nell’area Scienze matematiche e informatiche, tra i grandi atenei si piazza al primo posto Pisa, tra i medi c’è Pavia e tra i piccoli la Normale di Pisa. Per quanto riguarda il settore Scienze Mediche, in pole position vi è Padova tra i grandi, Milano Bicocca tra i medi e Milano Humanitas tra i piccoli. In ambito umanistico, in particolare in Scienze dell’Antichità, Filologico-letterarie e storico artistiche, primeggia la Ca’ Foscari di Venezi, Firenze e Roma Europa. Per Scienze giuridiche, vi sono al primo posto Milano, Ferrara e il Politecnico di Torino.
LEGGI IL CONFRONTO NAZIONALE TRA ATENEI
“La VQR mostra uno stato di salute buono della ricerca italiana – sostiene Andrea Graziosi, presidente ANVUR – e ciò vale in tutte le aree scientifiche. Non solo, i miglioramenti che si scorgono confrontando le posizioni nella graduatoria tra le due VQR sono distribuiti in tutto il territorio nazionale, senza una netta distinzione tra aree geografiche. Assistiamo a un processo di convergenza che però è ancora lontano dal colmare le differenze geografiche. Il confronto tra l’indicatore finale di istituzione degli atenei con il loro peso dimensionale (se il primo è maggiore del secondo significa che l’istituzione ha ottenuto un guadagno sul fronte FFO rispetto al proprio peso grazie alla VQR) mostra ancora una differenza significativa tra Nord, Centro e Sud, anche se minore rispetto alla VQR precedente. La parziale convergenza è dovuta a un insieme di cause il cui impatto non è separabile. Vi è l’effetto di un effettivo miglioramento nella qualità delle pubblicazioni degli atenei più ‘deboli’, poi ci sono i cambiamenti intervenuti negli addetti alla ricerca, e per finire va considerata sia la riduzione della variabilità dei pesi delle classi di merito che il diverso numero di prodotti.”
“Comparando queste informazioni anche con i risultati complessivi di ogni ateneo, – ha invece affermato Daniele Checchi, componente del Consiglio Direttivo dell’ANVUR – è che le università settentrionali abbiano una maggiore capacità d’attrazione nei confronti dei nuovi ricercatori e che quindi abbiano una leva maggiore al momento della selezione. Gli atenei sembrano aver compiuto passi significativi nella direzione del miglioramento interno, creando un terreno fertile per l’attrattività esterna.”
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