La festa di Sant'Agata, dichiarata patrimonio dell'Unesco come Bene Etno-antropologico della Città di Catania nel 2005, si trova al terzo posto tra le festività religiose più grandi e famose celebrate al mondo.
Proprio così: la festa di Sant’Agata, che si svolge ogni anno a Catania tra il 3 e il 6 febbraio, attirando non soltanto migliaia e migliaia di cittadini devoti alla Santa, ma anche parecchi turisti, è annoverata per importanza e grandezza tra le prime tre festività religiose del mondo, dopo la Settimana Santa di Siviglia e la Festa del Corpus Domini di Cuzco in Perù.
Antichissime sono le origini della venerazione della patrona, che si è soliti far risalire all’anno seguente al martirio della giovane Agata, nel 252. Maggiore incertezza vi è riguardo all’inizio della celebrazione della festa: si ritiene con maggiore probabilità, però, che i primi festeggiamenti avvennero soltanto spontaneamente il 17 agosto 1126 quando, dopo 86 anni le spoglie della Santa, che erano state rubate e trasferite a Costantinopoli, vennero riportate in città da due soldati. Inizialmente i festeggiamenti erano tenuti soltanto all’interno della cattedrale, dal 1376, anno di costruzione della vara (fercolo), in legno, si presume che siano iniziati i festeggiamenti così come li conosciamo oggi, con la processione per le vie della città.
Inoltre, sappiamo che fino al 1692 la festa si svolgeva in un giorno solo, il 4 febbraio. Dal 1712 la festa assunse un’importanza maggiore venendo strutturata su due giornate, il 4 e 5 febbraio. Ciò si deve probabilmente in gran parte al fatto che in seguito al devastante terremoto del 1693 la città fu ricostruita ed assunse dimensioni sempre maggiori, tanto da non rendere possibile la processione e il giro dei quartieri in un giorno soltanto.
È chiaro che col passare del tempo la Festa di Sant’Agata sia mutata considerevolmente, passando da una festa religiosa più intima ad una grande celebrazione che mette insieme fede e folklore e che abbraccia tutto il capoluogo all’ombra dell’Etna.
Oltre alla processione vera e propria, incentrata sul fercolo della Santa, si vanno ad aggiungere ed intrecciare elementi di intrattenimento per i fedeli, spettacoli, fuochi e giochi pirotecnici che rendono la festa un momento di grande unione e coesione sociale tra i cittadini catanesi.
“Je taliatila che bedda, Javi du occhi ca parunu stiddi, e na ucca ca pari na rosa. Semu tutti devoti tutti! W Sant’Agata” é uno dei motti preferiti dei devoti nei giorni della Festa della Santa patrona. Un motto in cui tutti si riconoscono, in cui tutti si sentono parte di un corpo e di un’anima sola, quella della città di Catania.
Sant’Agata non è soltanto la Patrona della città, e la sua devozione da parte dei cittadini catanesi non nasce soltanto dalla sua incredibile parabola di vita cristiana e dal suo martirio. C’è molto altro. Dietro a questa festa, dietro alla devozione di Agata, c’è anche un grande sentimento comune di appartenenza ed orgoglio, tipicamente ed esclusivamente catanese. E dietro ai festeggiamenti grandiosi tenuti ogni anno, c’è la volontà di rendere grande e manifesto questo senso di orgoglio e di fedeltà che ci lega alla Patrona e alla nostra Città.
I festeggiamenti si articolano in questo modo:
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