Sempre più giovani optano per l’apprendistato formativo. Uno schiaffo alla demotivazione: per avere successo bisogna solo incanalare le proprie energie verso l’attività giusta.
La poca attitudine verso lo studio spesso porta a collezionare una vasta serie di insuccessi scolastici o universitari, cosa che può mettere alla prova la fiducia verso se stessi. Eppure, non è sempre così. Molti ragazzi abbandonano penne e libri per impugnare spazzole, mestoli o cacciaviti ed imparare un mestiere che possa valorizzare meglio i propri talenti. In tal modo molti riescono ottenere un lavoro e a fare carriere anche prima di coloro che hanno preferito intraprendere un percorso universitario.
È questa la ratio che spinge a scegliere una scuola d’apprendistato. Nel 2016 sono stati centoquarantamila i giovani italiani che hanno frequentato corsi di Formazione professionale per diventare elettricisti, falegnami, cuoche, camerieri, estetiste, grafici, segretarie. Un aumento del 30% rispetto ai dati degli altri anni.
Le scuole di formazione professionale sparse sul territorio nazionale costituiscono un buon punto di partenza per entrare in un’ottica lavorativa. Associate a stage o attività direttamente nel mondo del lavoro possono conferire un notevole bagaglio di competenze immediatamente spendibili. In tal senso il Governo ha stanziato 87 milioni, parte dei quali utile ad incentivare le aziende nella sperimentazione del sistema duale di apprendimento.
Come ha dichiarato il sottosegretario al ministero del Lavoro Luigi Bobba su Il Corriere della Sera: “Contro la dispersione scolastica c’è bisogno di percorsi formativi differenziati che consentono di studiare e allo stesso tempo lavorare acquisendo competenze. Le aziende hanno infatti bisogno di specializzazioni che spesso nel mercato del lavoro non trovano. Recuperiamo giovani che si sentivano demotivati, offriamo opportunità alle imprese, diamo fiato all’occupazione”.