Il mese di gennaio è storicamente il periodo in cui ci poniamo di fronte a nuove sfide per l’anno appena cominciato: tra i buoni propositi più gettonati sicuramente dieta, palestra e lavoro. Lavoro appunto. Parlando di lavoro, non puoi non pensare a LinkedIn ovvero il social per professionisti che vanta oltre 400 milioni di utenti nel mondo.
È proprio questo l’arco temporale in cui i contatti aggiornano il proprio profilo in cerca di nuovi traguardi. Ciò si traduce in parole nuove ed originali per descriversi. Peccato che il buzzword di LinkedIn, cioè il contatore dei termini utilizzati, è lì inesorabile a far notare come in realtà non siamo così “originali” e come abusiamo letteralmente di determinati termini.
E così se l’anno scorso eravamo tutti creativi, motivati e problem solver, quest’anno siamo diventati specializzati, strategici e innovativi.
Anche i milioni di profili italiani, infatti, sono ricchi di specializzato che scalza leadership, finito al secondo posto e seguita da vocaboli come strategico, concentrato ed esperto. Non dimentichiamoci poi le soft skill, cioè le qualità e le propensioni personali che vanno al di là del curriculum che sono ciò che più si avvicina alla celebre barbabietola da zucchero in geografia.
Un consiglio? Non nascondetevi dietro delle buzzword che non significano nulla, specialmente quando dovete parlare dei vostri successi lavorativi: fatelo in maniera semplice e senza essere per forza sintetici!