A San Giovanni la Punta, l’anno prossimo, l’istituto Pecorino non potrà garantire il diritto allo studio agli studenti disabili, a causa dell’assenza di personale e docenti di sostegno.
L’istituto Pecorino è uno di quegli istituti scolastici che danno spazio alle cosi dette “classi speciali”, ossia quelle classi in cui viene garantito il diritto allo studio ai ragazzi disabili, che avendo particolari necessità e bisogno di assistenza sanitaria, oltre che scolastica, si trovano impossibilitati a frequentare la scuola pubblica.
Nei giorni precedenti, come rivela La Sicilia, ai genitori di questi alunni con disabilità è arrivata una missiva da parte dell’Ufficio scolastico regionale, con la quale si avvisavano le famiglie dell’impossibilità di garantire il servizio scolastico per l’anno successivo. Allo stesso tempo, un invito che ha del paradossale arriva dallo stesso Ufficio che esorta i genitori ad iscrivere i ragazzi alle classi corrispondenti delle strutture pubbliche, anche se in pratica risulterebbe impossibile agli alunni con queste disabilità frequentarle.
Ancora una volta si parla di diritto allo studio negato. E’ di questo che si tratta perché, l’istituto Pecorino così come molti altri istituti simili si trovano a dover chiudere le classi speciali, a causa dei tagli al sistema scolastico, e alla carenza di docenti di sostegno. E questo è del tutto inaccettabile per i genitori di questi alunni. A maggior ragione dato che nel sito del Miur si legge:
“Il diritto allo studio degli alunni con disabilità si realizza, secondo la normativa vigente, attraverso l’integrazione scolastica, che prevede l’obbligo dello Stato di predisporre adeguate misure di sostegno, alle quali concorrono a livello territoriale, con proprie competenze, anche gli Enti Locali e il Servizio Sanitario Nazionale. Tale impegno collettivo ha una meta ben precisa: predisporre le condizioni per la piena partecipazione della persona con disabilità alla vita sociale, eliminando tutti i possibili ostacoli e le barriere, fisiche e culturali, che possono frapporsi fra la partecipazione sociale e la vita concreta delle persone con disabilità.”
Nella realtà, però, la legge 104/92 che dovrebbe riconoscere tali diritti ai soggetti con disabilità non è sempre rispettata, e sembra spesso che non si faccia abbastanza per rispettarla. Uno Stato civile dovrebbe investire maggiormente sull’istruzione e sulla cultura, ma soprattutto permettere a tutti di fruirne in modo adeguato alle proprie esigenze, insomma, farsi garante del principio dell pari opportunità.
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