Nel 1987 nacque l’idea che diventò uno dei più grandi pilastri dell’Unione Europea. Sofia Corradi è la mente dell’European region action scheme e, quest’anno, saranno 30 gli anni di Erasmus.
Negli anni sessanta Sofia Corradi, adesso ha ben 82 anni, racconta come l’idea gli venne da un’indignazione per come fu trattata all’Università di Roma, la Sapienza. Era il 1959, Sofia frequentava l’ultimo anno di Giurisprudenza e fin lì erano stati tutti 30 e lode. Con tre esami su 21 da dare, vinse una borsa di studio, la Fulbright, andò a New York alla Columbia University. Prese un master in diritto comparato, gli americani la consideravano post laureata. A Roma chiese il riconoscimento di quella specializzazione ma non soltanto il funzionario della segreteria disconosceva la Columbia University (è considerata un’università di élite) ma il direttore stesso gli disse che in Italia non si convalidavano titoli presi per una “scampagnata negli Stati Uniti”.
Sofia proprio quel giorno comprese che l’equiparazione dei titoli universitari nel mondo, o perlomeno in Europa, era una cosa da fare. Da laureata si accorse delle grandi occasioni che gli si presentarono alla porta grazie a quell’anno all’estero e intraprese una lunga battaglia di almeno 18 anni fondata sui valori della Comunità Europea che bisognava ricostruire dalla base professionale. Finalmente trovò l’appoggio a Bruxelles il 14 maggio 1987, nonostante l’opposizione degli inglesi, il Consiglio votò la delibera del programma erasmus. Il 15 giugno arrivò la ratifica.
Passiamo ad analizzare quali sono le mete preferite per l’Erasmus e se l’Italia è ancora una destinazione gradita. i primi posti sono occupati da Edimburgo, Copenaghen e Dublino, sia per il prestigio delle loro università (ricordiamo la capitale scozzese famosa per Sherlock Holmes), la città danese è preferita per l’efficienza del sistema e in Irlanda, inoltre, c’è il celeberrimo Trinity college. Si tratta di college che si classificano in cima del ranking QS World University. A seguire, troviamo non capitali ma città universitarie d’avanguardia abitate solo da studenti come Lund, prima tra le università svedesi, Utrecht che è il più grande ateneo olandese, Oslo tra i sistemi educativi più meritevoli d’Europa. Ancora troviamo Gent ,vicino Bruxelles, e possiamo aggiungere che quando si parla d’istruzione il Belgio fa davvero sul serio, Berlino patria di Hegel e Marx è una città meravigliosa da scoprire con un divertimento assicurato, Bruxelles non poteva mancare perché, oltre ad essere sede della Comunità Europea, è il centro dell’Europa in tutti i sensi, Leuven nei pressi di Bruxelles eccelle nelle sue specializzazioni. L’elenco comprende anche Lille, una delle città più vive di tutta la Francia; Alicante in Spagna che vanta un campus stile americano che comprende tutti i servizi; Padova città universitaria viva dove insegnò Galileo Galilei è una città a misura di studente; Valencia che oltre ad essere la città in antonomasia per l’Erasmus per la sua famosa movida, vanta uno degli atenei più antichi d’Europa; Lisbona è un mix perfetto tra università e costo della vita ridotto; Murcia in Spagna città viva ed età media molto bassa;
L’Italia nonostante sia quarta in classifica con il numero di studenti che riesce a mandare all’estero ogni anno, non è tra le mete preferite nonostante ci sia tutto l’indispensabile per vivere una favolosa esperienza. Il cibo, i paesaggi, il clima, le città d’arte e la movida; eppure quali sono le ragioni che portano l’Italia in fondo alla classifica?
Il rettore del Politecnico di Milano, Giovanni Azzone, afferma che c’è il limite della lingua di studio. Anzi da quando sono stati introdotti più corsi in inglese sono aumentati gli studenti erasmus. Incide anche il costo della vita più alto rispetto alla Spagna per esempio, la difficoltà a trovare alloggi, per esempio in Germania c’è un sistema strutturato che in Italia non c’è. Ovviamente la cosa che frena di più è l’immagine dell’Italia, che non è un paese in crescita.
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