In seguito alla sentenza del Cga, che chiarito che la cessazione dalle funzioni di tutti gli organi statutari dell’Università degli Studi di Catania, di cui alla precedente sentenza n. 243/2016 del 29 luglio 2016, riguarda anche la carica di Rettore, iniziano a farsi avanti diversi nomi dell’ambito accademico.
A tal proposito, il Codacons, si è esposto, portando avanti un proprio punto di vista riguardo tutta la faccenda e promettendo di appoggiare il Rettore che si adopererà al superamento delle criticità dell’assetto universitario di Catania.
“Il Codacons ribadisce il convincimento che la situazione attuale di azzeramento degli organi di governo debba in primo luogo servire come richiamo generale di tutti i componenti dell’Ateneo catanese al dovuto senso di responsabilità e nel contempo diventare un’occasione da sfruttare per adoperarsi concretamente al fine di arrestare il crescente declino cui pare inesorabilmente condannata l’Università catanese. Il Codacons ritiene che il rilancio dell’Università etnea non possa prescindere dal superamento dell’attuale litigiosità e dall’instaurazione nel proprio interno di un clima di collaborazione, premessa indispensabile per consentirle di risalire la strada per riconquistare le perdute posizioni di autorevolezza e di prestigio. Con questo spirito il Codacons, a tutela dei diritti soprattutto degli studenti che sono i fruitori primari e della città di Catania della quale l’Università rappresenta un patrimonio culturale di immenso valore, invita ad una riflessione responsabile l’intero corpo accademico affinché ciascuno per la parte che gli compete dia il proprio contributo per avviare una nuova stagione di rinascita e di rilancio. Già in occasione della sentenza del CGA n. 243/2016 del 29 luglio 2016 rimasta inapplicata, il Codacons aveva richiamato l’attenzione generale sulle principali criticità che in ogni caso stanno alla base delle pesanti ed umilianti difficoltà in cui è attualmente impelagata la nostra Università. Nello specifico.
1) Didattica. Occorre procedere alla riorganizzazione dei servizi didattici essenziali e parallelamente alla riconsiderazione dell’ammontare delle tasse universitarie il cui elevato costo di fatto, anche a seguito della permanente crisi, si traduce in una negazione del diritto allo studio. Altresì, bisogna riprogrammare l’intera offerta formativa, imprigionata in schemi didattici obsoleti, spesso non in linea con concrete prospettive occupazionali, e appesantita da tanti improbabili e inutili corsi di laurea.
2) Ricerca. Bisogna riqualificare l’attività di ricerca e rilanciare il ruolo dell’Università come partner scientifico la cui affidabilità ed autorevolezza nel campo della ricerca applicata sono state ultimamente fortemente compromesse.
3) Precariato. In questo ambito è indispensabile verificare la correttezza della delle procedure di stabilizzazione nel ruolo dell’Università di quanti sono stati discriminati e applicazione della normativa comunitaria relativa alla conversione del contratto a termine in contratto a tempo indeterminato.
4) Rete Museale d’Ateneo. Occorre recuperare e rendere fruibili tutte le strutture museali universitarie, per la cui realizzazione l’Ateneo ha percepito a più riprese considerevoli risorse economiche pubbliche. Questo importantissimo patrimonio culturale allo stato risulta semiabbandonato o completamente abbandonato, in primo luogo Città della Scienza, Museo dello Studio, Museo della Citta, Casa delle Farfalle,
5) Riserve Naturali. In questo campo non appare ulteriormente rinviabile un’azione di rilancio dell’impegno dell’Università nella gestione delle riserve naturali in affidamento, di recupero del rapporto di sinergia e di partecipazione con gli enti locali nella loro gestione, di ricostituzione dei musei didattici già realizzati di supporto alla loro promozione e purtroppo smantellati dalla amministrazione uscente.
6) Rapporti con gli Enti locali. Recuperare e rilanciare i rapporti di collaborazione con gli enti pubblici in particolare con tante amministrazioni comunali, da quella di San Gregorio a quella di Acireale, di Giarre, Melilli, Siracusa, Enna, Villarosa, Agira
7) Fuori ruolo. Con l’andata via a seguito del pensionamento, l’Università perde continuamente un importante patrimonio di esperienze acquisito nel campo della didattica ed in quello della ricerca. Tuttavia, non tutti coloro che vanno in pensione lasciano l’Università. Infatti, resta un consistente numero di pensionati rappresentato in prevalenza da persone gradite ai vertici, dal Rettore ai Direttori di Dipartimento, che hanno libero accesso e continuano ad occupare locali e a consumare risorse. Occorre perlomeno normare i criteri di permanenza all’interno delle strutture universitarie dei fuori ruolo.
Con questi intenti, il Codacons scenderà in campo, anche attraverso la mobilitazione di docenti e tecnici che aderiscono all’ Associazione, per sostenere il candidato Rettore che si impegnerà ad attuare le linee programmatiche sopra esposte. In ogni caso, il Codacons vigilerà attentamente affinché il nuovo Rettore si adoperi attivamente e con tempestività per il superamento delle criticità sopraesposte.”
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