Centinaia di filmati in venti schermi e cinquecento fotografie per raccontare più di novant’anni di storia del Paese, con una speciale sezione su Catania. Così può essere sintetizzata la mostra “Luce. L’immaginario italiano” che sarà inaugurata il prossimo 24 ottobre nel Palazzo Platamone dal sindaco Enzo Bianco e dal presidente dell’Istituto Roberto Cicutto e che narra più di novant’anni di storia del Paese, con una speciale sezione su Catania.
L’esposizione – ideata e realizzata da Istituto Luce-Cinecittà, curata da Gabriele D’Autilia e Roland Sejko con l’organizzazione generale di Cor (Creare organizzare realizzare srl) – rimarrà aperta dal lunedì al sabato dalle 9 alle 19 e la domenica e i festivi dalle 9 alle 13. Il biglietto intero costa 8 euro, quello ridotto 6, l’ingresso per gli studenti 4 e il catalogo 18.
“Un’ampia sezione della mostra – ha sottolineato il sindaco Bianco – è dedicata a Catania, con immagini di grande impatto emotivo legati a fatti di cronaca: gli eventi politici e sportivi del fascismo e del dopoguerra, quelli religiosi come la festa di sant’Agata, quelli culturali riguardanti soprattutto Vincenzo Bellini e naturalmente quelli legati all’Etna e alle sue eruzioni. Un motivo in più per visitarla per gli abitanti della Sicilia orientale e per i turisti. Molte delle vicende siciliane, inoltre, furono narrate dal punto di vista filmico da due catanesi di grandissimo valore e che meritano di essere, in quest’occasione, ricordati: il regista Ugo Saitta e Rita Consoli, sua moglie e come lui operatore cinematografico, che collaborarono a lungo con l’Istituto Luce, che rappresenta, pur con le sue contraddizioni, una delle più grandi imprese culturali del nostro Paese”.
“L’esposizione – ha aggiunto l’assessore alla Cultura Orazio Licandro – è ricchissima e avvincente e racconta una vera e propria storia del Novecento italiano. Una storia narrata soprattutto attraverso le immagini, un linguaggio universale tanto nell’antichità quanto nella contemporaneità. Una storia di popolo, la nostra storia italiana, complessa, densa e terribile: dalle campagne alle città, dai mestieri alla politica, dal ventennio fascista alla sua ferrea propaganda, alla seconda guerra mondiale, dalla vittoria degli alleati alla ricostruzione del dopoguerra. Una mostra, insomma, che rappresenta il coronamento di un ulteriore concreto progresso della strategia culturale messa in campo dall’Amministrazione comunale”.