Diciotto squadre che hanno portato avanti progetti diversissimi tra loro. Basta guardare ai primi tre classificati: c’era chi, come la giovanissima (solo dodici anni!) Sharon ha coinvolto il suo team di adulti nella creazione di Ecologiapp, un videogioco che sensibilizzi i bambini sulle tematiche ambientali; o Speedspine, secondo classificato con il progetto di un esoscheletro che protegge i motociclisti dalle cadute. Alla fine, a convincere di più i giudici è stato il team di Hashbag che vuole creare una piattaforma per creare borse personalizzate.
Tutti loro riceveranno un aiuto per raggiungere gli investitori che potranno finanziare il loro progetto. In più, i vincitori hanno appreso che verranno ricevuti presto a Palazzo d’Orleans dall’assessore regionale Mariella Lo Bello. Sempre Hashbag, e il team di QualityFood, hanno ottenuto le menzioni speciali rispettivamente di TIM WCAP e Vulcanìc. A vincere, però, sono stati tutti: grazie ai venti mentor provenienti da tutta Italia e dai settori più disparati, che sono accorsi a Catania per mettere ognuno la propria esperienza e la propria professionalità al servizio degli aspiranti startupper.
“Talvolta la propria idea non coincide con la realtà – ha detto Angelo Ferrera, mentor di Startup Weekend 2016 e co-founder di Tarì Rural Design – ciò che abbiamo consigliato tutti è andare in mezzo alla gente e chiedere un parere sull’idea sulla propria idea. In questo modo tu cerchi di capire se avresti potenziali clienti. I ragazzi tra venerdì e sabato hanno realizzato delle interviste e così hanno modificato leggermente la loro idea di partenza”.
“Una startup che può fare successo deve essere scalabile – continua – deve avere un mercato che non si limita a un piccolo numero di potenziali clienti. Con gli stessi costi di sviluppo di una soluzione ha un mercato infinito, costituito da milioni di persone. Il consiglio che posso dare a chi cerca di avvicinarsi a questo mondo è che occorre seguire una metodologia, validare le proprie idee”.
Inoltre, le aziende del territorio hanno mandato rappresentanti a curiosare tra i tavoli in cerca di talenti da assumere e progetti da finanziare. È il caso di Iospedisco e BaxEnergy, ma anche e soprattutto di The Best Club, un progetto di Wella che avrà presto un colloquio con il team del progetto Upper perché sviluppi un software che le aiuti a supportare i saloni di bellezza in fase di lancio.
Come se non bastasse, Startup Weekend ha ospitato anche un bel momento di confronto: una tavola rotonda tra Rosario Faraci di CAPITT, il centro di supporto alle imprese tecnologiche dell’università di Catania; Andrea Passanisi di Coldiretti; Ornella Laneri che ha curato per Sheraton Catania Hotel il progetto HortoinHotel rivolto alle startup; Gianluca Costanzo, vicepresidente di Confindustria Giovani Catania. L’incontro è stato moderato da un vero e proprio caso di startup catanese di successo: Adriana Santanocito di Orange Fiber.
Si è discusso di come creare un progetto nel quale unire le forze tra università e associazioni di categoria per aiutare le startup a svilupparsi e portare valore alla città etnea. Magari le prime ad usufruire di questo aiuto saranno proprio quelle uscite da questa tre giorni. È un passo importante perché, come ha sottolineato Gianni di Matteo di ADI e giudice della competizione «è una novità assoluta che le associazioni di categoria decidano di parlarsi».
Startup Weekend è appena finito, ma per molte startup è solo l’inizio.
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