La scure della Regione si abbatte con vigore: 110 posti letto saranno sottratti al Policlinico di Palermo, oltre 150 al Policlinico di Catania. Secondo la nuova rete ospedaliera entrambi sono classificati come strutture di primo livello.
Questo rappresenta una parte del programma di tagli e accorpamenti, presentato la settimana scorsa dall’assessore alla Salute Baldo Gucciardi. Questa nuova bozza di rete ospedaliera si porrebbe in seno alle direttive ministeriali del decreto Balduzzi, illustrato con grande riserbo ai sindacati ma dal quale sono già trapelate varie indiscrezioni: chiusura di numerosi reparti e pronto soccorso, declassamenti, accorpamenti e tagli ai posti letto in numerosi ospedali. Provvedimenti che hanno suscitato, già dalle prime avvisaglie, fervide proteste, soprattutto da parte dell’opposizione.
Secondo le indiscrezioni trapelate, sarebbero tra 150 e 200 i posti letto tagliati al Policlinico di Catania. A tal proposito il rettore Giacomo Pignataro sta chiedendo l’apertura di un tavolo tecnico tra Ateneo e assessorato. “I protocolli d’intesa e le leggi – afferma il rettore Pignataro su palermo.repubblica.it – prevedono un’interlocuzione tra Regione e università sugli assetti dei policlinici universitari, invece tutto ciò non è avvenuto. Se fossero vere le notizie trapelate in questi giorni, si rischia di penalizzare la formazione degli studenti e di vanificare investimenti per centinaia di migliaia di euro. Basti pensare ai 150 milioni di fondi europei investiti per l’ospedale San Marco che prevedeva l’attivazione di 450 posti letto, o ancora alla ristrutturazione del padiglione Rodolico e della Pediatria. Solo queste tre strutture occuperebbero 650 dei 900 posti letto attuali. Non è pensabile ridurre ancora o cancellare interi reparti. Non è pensabile incassare soldi dall’Europa e non rispettare i patti. E’ giusto adeguare le strutture ospedaliere ai dettami del Balduzzi ma bisogna tenere conto delle specificità dei Policlinici universitari. Con i tratti di penna e i ragionamenti contabili non si va da nessuna parte. Per quanto ci riguarda, se non si trova l’intesa con l’università, i provvedimenti della Regione sono nulli”.
Il Policlinico di Palermo invece, perdendo 110 posti letto, andrebbe in contro al dimezzamento dei posti di Terapia intensiva e Rianimazione (da 24 a 12). “Se fossero confermati questi numeri – afferma il rettore Fabrizio Micari – sarebbe davvero molto preoccupante. Non c’è stata alcuna interlocuzione tra assessorato e università sui nuovi assetti che penalizzerebbero la formazione degli studenti. Il Policlinico è un luogo di formazione per i futuri medici. Ridurre attività altamente specialistiche quali per esempio la Cardiochirurgia o la Neurochirurgia significherebbe togliere chance ai nostri studenti. Inoltre si rischia di vanificare investimenti importanti: il 60 per cento del mutuo da 100 miliardi di vecchie lire per la ristrutturazione dell’ospedale è stato investito proprio nel Dipartimento di emergenza e accettazione che rischia di essere fortemente depotenziato”. Il rettore dunque invierà una lettera all’assessorato per proporre delle alternative : “Capiamo le esigenze di razionalizzazione del decreto ministeriale 70, ma è possibile prevedere un unico dipartimento di emergenza e urgenza di secondo livello interospedaliero tra l’Arnas Civico, individuato come struttura di secondo livello per la Sicilia occidentale, e il Policlinico: un modello a due teste con il Civico che fa da riferimento (hub) per alcune patologie e il Policlinico per altre”.
Quali saranno i risvolti di questi tagli sulla sanità e sulla formazione degli studenti?
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