Tanti idonei e poche borse di studio: il paradosso degli studenti catanesi

I dati dell’anno accademico 2015/2016, presentati dall’Ersu, hanno rivelato che le borse di studio erogate sono state molto di meno rispetto al numero di studenti che ne hanno fatto richiesta: infatti ne sono state messe a disposizione circa 4.000, contro le 6.000 domande di coloro ai quali la borsa di studio spetterebbe per diritto di merito o di basso reddito.

Il bando per partecipare alla richiesta per borsa di studio sarà valido fino alle ore 14:00 del 9 settembre. In seguito verrà compilata una graduatoria basata, per le matricole, sul merito e, per gli iscritti ad anni successivi al primo, sul reddito. Per il 2016 le soglie si sono alzate: 23 mila euro è la nuova soglia dell’Isee, 50 mila dell’Ispe. 

Tuttavia, come accaduto nell’anno accademico appena trascorso, potrebbe accadere che molti studenti possano essere idonei e non assegnatari di borsa di studio, proprio per la scarsità di borse erogate.

Ovviamente, la questione parte dai fondi disponibili: se i fondi messi a disposizione sono minori, lo saranno anche le borse. Ma oltre al problema dei fondi, si aggiunge anche quello del nuovo calcolo della ricchezza, necessario al calcolo delle tasse e all’attribuzione delle borse di studio. Infatti, in base al nuovo metodo, molte volte potrebbe accadere che l’assegno degli anni trascorsi si sommi a quello attuale, escludendo per quella borsa lo studente avente diritto. La presenza stessa di moltissimi idonei senza borsa è indice del paradosso: se uno studente risulta idoneo nei propri requisiti di merito o reddito, dovrebbe aver per diritto quella borsa, che invece manca.

Se inoltre si mettono in conto i casi di favoritismi e truffe che sono stati portati in luce dalla guardia di finanza proprio durante l’anno accademico 2015 2016, per indebita percezione di borse di studio poste a disposizione dall’Ersu, il quadro risulterebbe completo.

La speranza degli studenti catanesi è quella di poter avere accesso, con giustizia di merito e reddito, alla borsa di studio per l’anno accademico a venire, in modo tale che il diritto allo studio possa essere garantito a tutti.

Roberta Costanzo

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