L’Onorevole Della Vedova è il apostipite del ddl sulla liberalizzazione della Cannabis in Italia che è stato già presentato alla Camera. I due ordini di problemi riguardano il pericolo di avvicinare i giovani all’uso di droghe e il monopolio statale sul mercato delle droghe leggere già instaurato in Italia ma detenuto dalla mafia e più in generale dalla criminalità organizzata.
Le città italiane con più consumo e quantità di droga presente sul territorio sono: Perugia, Milano, Bologna e Rimini. I dati preoccupanti, oltre alle morti in discoteca sul litorale emiliano, sono relative alla facilità con cui si può reperire la droga anche per i minorenni. Data l’esistenza di un mercato ricco sul territorio non appare austera l’idea di presentare un ddl per la liberalizzazione della cannabis con conseguente monopolio statale.
Cosa prevede il ddl?
Un monopolio statale della cannabis uguale a quello del tabacco, la coltivazione a fini commerciali e la vendita dovranno essere autorizzate dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, i prezzi al pubblico saranno decisi dal Ministero dell’Economia e la tassazione avverrà come quella delle sigarette.
Uso personale
La coltivazione dovrebbe essere consentita per i maggiorenni fino a 5 piante di cannabis di sesso femminile, la richiesta dovrebbe essere inviata all’Ufficio Regionale dei Monopoli di Stato allegando tutta la documentazione necessaria contenente copia della carta d’identità e dati sul luogo in cui si intende effettuare la coltivazione.
La detenzione
Il ddl rende possibile senza alcuna autorizzazione la detenzione personale di massimo 5 grammi di cannabis e anche fino a 15 grammi se la quantità di cannabis viene detenuta e conservata presso il proprio domicilio.
Dove consumarla?
È previsto il divieto di fumare prodotti derivanti dalla cannabis negli spazi pubblici o aperti al pubblico e nei luoghi di lavoro pubblici e privati.
La coltivazione in forma associata
L’articolo 1 autorizza anche la coltivazione in forma associata attraverso enti senza fine di lucro, ispirandosi al modello spagnolo dei “Cannabis social club” che prevede associati fino a 50 persone (maggiorenni, residenti in Italia e fedina penale pulita). Ci si può associare a uno solo di questi enti, pena la cancellazione d’ufficio da tutti quelli cui il soggetto risulta iscritto e, in ogni caso, la decadenza dal diritto di associarsi per i cinque anni successivi alla data di accertamento della violazione.
L’uso terapeutico
L’art. 6 prevede la possibilità di detenere cannabis e prodotti derivati in quantità maggiori di quelle previste per uso personale previa prescrizione medica e nel limite di quantitativo massimo indicato nella prescrizione. All’interno della ricetta deve essere anche indicato la posologia e la patologia per la quale è stata prescritta la terapia a base di THC. Il Ministero delle Politiche agricole alimentari avrà il compito di disciplinare le modalità e i criteri di individuazione delle superfici agricole utilizzabili per la coltivazione della cannabis destinata alla preparazione di medicinali ad uso delle aziende farmaceutiche autorizzate.
I soldi incassati dallo Stato
Si prevedono incassi a nove zeri per rimpinguare le finanze statali, il 5% dei proventi dovrebbe essere destinato ad un fondo per la lotta alla droga (art 7). Le somme provenienti dalle sanzioni amministrative, invece, dovranno essere impiegate per favorire interventi informativi volti alla prevenzione.
La relazione alle Camere
Il Governo annualmente dovrà comunicare al Parlamento lo stato di attuazione della legge fornendo i dati di consumo stimati, di fasce d’età interessate, rapporto di uso con altre sostanze o alcool, gli effetti sulla salute e l’eventuale persistenza del mercato nero.
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