Ancora una lamentela da parte dei tirocinanti del Dipartimento di Medicina e Chirurgia di Catania, questa volta uno studente parla de “La lotteria dei tirocini universitari”, riferendosi al tipo di tirocinio proposto nel suo corso di laurea.
Il ragazzo che ci scrive frequenta il secondo anno di Medicina e denuncia, ancora una volta, l’esito fallimentare dell’esperienza tirocinante. Per lui questa esperienza può essere sintetizzata nella frase “tirocini gratta e vinci” dal momento che ci sono tre fattori che concorrono alla vittoria finale: professore, reparto e ospedale. Se si è fortunati si può dire di aver avuto una prima esperienza formativa completa, diversamente si parla di un fallimento.
Ecco quanto scritto nella lettera inviata alla nostra Redazione.
“Capire che il tirocinio è in sostanza un reggere i muri pregando lo specializzando di poter fare qualcosa”
Questo è quello che si legge nelle più note pagine del web, dedicate agli studenti di medicina. Spesso sui socialnetwork si tende molto ad enfatizzare alcuni eventi o episodi della normale vita quotidiana. Questa volta però ci hanno azzeccato pienamente.
I tirocini dovrebbero rappresentare una grande opportunità per tutti gli studenti che intendono l’Università come un percorso formativo serio ed indispensabile per una futura carriera lavorativa, soprattutto se parliamo di una facoltà come quella di Medicina e Chirurgia che ha il compito di formare i medici del domani.
Nella carriera universitaria di ogni studente di Medicina, sono previsti i cosiddetti “tirocini professionalizzanti”, che i primi due anni vengono chiamati “nursing”, in quanto sono finalizzati all’apprendimento delle pratiche base che ogni futuro medico deve necessariamente conoscere: misurazione della pressione, iniezioni sottocutanee, iniezioni intramuscolari etc. Pratiche che dovrebbero essere prima illustrate e spiegate, ed in seguito svolte. Uno studente di Medicina e Chirurgia laureato a Catania, sebbene abbia un’ottima conoscenza teorica, rischia, però, di non avere alcun tipo di capacità pratica, il che, per un medico, credo sia paradossale. Questo perché a Catania l’organizzazione dei tirocini avviene in maniera alquanto superficiale e non di rado si vengono a creare delle situazioni di disparità tra i vari studenti.
Mi rendo conto che sono numerosi i problemi della nostra Università, spesso leggiamo notizie che sembrano inverosimili, ma credo che questo non sia un problema da sottovalutare. Ironicamente, il sistema utilizzato a Catania vorrei chiamarlo: “tirocini gratta e vinci”.
Come funziona? Molto semplice! Sono tre i fattori che concorrono alla vittoria finale: il professore (o specializzando disponibile), il reparto e l’ospedale (escludendo il bonus figlio/a di papà). Solo dopo che la sorte avrà scelto per voi questi tre elementi si potrà vivere la vera esperienza del tirocinio. I fortunati avranno dunque l’opportunità di poter fare davvero un’importante e costruttiva esperienza formativa, gli altri studenti, invece, si dovranno accontentare di reggere quei famosi muri di cui parla il web.
Inutile dirvi che io rappresento uno dei tanti studenti che non è riuscito a trovare la combinazione giusta; e quell’entusiasmo di apprendere, di osservare e anche di praticare, si sono trasformate soltanto in illusioni. Su quindici giorni di “nursing” previsto, ne ho svolti soltanto 3, questo perché il professore mi ha fatto la “cortesia” di lasciarmi studiare per gli esami. Ciò che è davvero angosciante è l’indifferenza e la presa in giro dei professori o degli specializzandi nei confronti di noi tirocinanti, ma la presa in giro diventa squallore quando a fine tirocinio, i professori si presentano con il foglio delle presenze firmato in bianco, sollecitandoci a scrivere le ore e le date a nostro piacimento purché ricoprano i quindici giorni previsti. A me, così come a molti altri colleghi, l’unica cosa che questa esperienza ci ha lasciato è l’amarezza, ma anche la presa di coscienza di un sistema organizzativo poco efficiente. Nella Facoltà di Medicina di Catania, definita dal Presidente di Cdl “invidiabile”, purtroppo questo meccanismo va avanti da troppo tempo. Le soluzioni sono semplici, ma da sempre ignorate.
Spero che quanto scritto serva ad informare chi non conosce i grossi problemi che si riscontrano nella nostra facoltà, ma soprattutto mi auguro che solleciti chi, durante la campagna elettorale, ci ha riempito di promesse e aperitivi, ad agire denunciando il problema.
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