Molte aziende stanno iniziando a tenere in considerazione la conoscenza della lingua latina: in Lombardia addirittura si avvia il progetto di fornire certificazioni linguistiche sul modello di quelle inglesi e i relativi esami valutativi sono avviati dalla Consulta dei professori universitari (CUSL).
Quante volte gli studenti liceali si saranno chiesti il motivo per cui dover studiare una lingua morta come il latino? E quante volte non sono riusciti a darsi una risposta adeguata allo sforzo di apprendere e tradurre? Ecco che arriva una risposta: crescono le aziende che valutano positivamente il possesso della lingua, in quanto segno di apertura mentale.
Il modello delle certificazioni linguistiche latine sarà quello dell’inglese “Cambridge Esol” e saranno conferite in accordo con l’Ufficio scolastico regionale Lombardo e l’Università Cattolica del Sacro Cuore. L’esame sarà tenuto presso dieci sezioni della Lombardia: Bergamo, Brescia, Como, Mantova, Pavia e Milano. I livelli che verranno affrontati saranno quattro: A1, A2, B1, B2 e per i primi tre il testo non dovrà essere tradotto, ma solo essere compreso logicamente nella costruzione delle sue parti; per il quarto ci sarà la traduzione. Inoltre non si tratta di un esame accessibile soltanto ai giovani, ma è aperto a chiunque abbia voglia di ampliare le proprie conoscenze.
Ottimo modo per dare importanza alla madre della nostra lingua e rivitalizzarne la conoscenza, tanto più se considerata uno strumento di flessibilità di mente, come confermato al quotidiano Repubblica dal professore della facoltà di lingue alla Cattolica e tra i responsabili nazionali della Cusl Guido Milanese: “Spesso molti studenti non sono soddisfatti del loro livello di latino, per questo abbiamo pensato di applicare test simili a quelli che si usano per la conoscenza dell’inglese ma anche del tedesco. Io lavoro nella facoltà di Lingue e ho avuto modo di conoscere modelli di approccio che sono molto diversi rispetto a quelli delle facoltà di lettere”.