E’ rimbalzata su quotidiani e social l’iniziativa della direttrice di un’azienda di Bristol di introdurre congedi lavorativi alle donne nei giorni del ciclo mestruale, soccorrendo in questo modo le lavoratrici e aumentando la produttività e la qualità del lavoro.
Questa notizia ha riportato alla ribalta un argomento spesso taciuto, perché ancora fonte di pregiudizi o addirittura di vergogna, nonostante i “tempi moderni”, da parte di molte donne: i dolori mestruali. Se la maggior parte delle donne accusano disturbi blandi, generalmente superabili con i tanto pubblicizzati farmaci da banco, l’8% delle donne, le più “fortunate”, si fa per dire, accusano crampi violenti al basso ventre e alla zona lombare, accompagnati da nausea, vomito, diarrea. Questi sintomi sono cosi importanti da costringere la “fortunata” percentuale di cui sopra a sospendere le proprie attività. I sintomi vengono tutti raccolti sotto il nome di dismenorrea.
Si distinguono due forme di endometriosi, quella primaria che non è accompagnata da patologie e che generalmente scompare dopo la prima gravidanza e quella secondaria che può indicare la presenza di patologie quali ovaio policistico, fibromi uterini, endometriosi. Quest’ultima colpisce il 5-10% delle donne italiane, in una fascia d’età compresa tra i 20 e i 30 anni.
L’endometriosi è caratterizzata dalla presenza dell’endometrio, il normale tessuto che riveste le pareti dell’utero e che viene eliminato durante la mestruazione, al di fuori dell’utero, quindi sulle ovaie, le tube di Falloppio, il setto retto vaginale. In seguito alle fluttuazioni cicliche degli estrogeni, anche l’endometrio, nelle regioni extra-uterine, va incontro a sviluppo e sanguinamento causando un processo infiammatorio che è alla base dei sintomi della malattia. L’endometriosi può causare infatti dismenorrea, dispauperia (dolori durante i rapporti sessuali), dischezia (dolori alla defecazione durante il ciclo mestruale), infertilità a causa della tossicità per gli ovuli indotta dai fattori pro-infiammatori.
Al momento non esiste una terapia, si ricorre generalmente all’utilizzo di FANS e della pillola anticoncenzionale per ridurre la sintomatologia dolorosa. Inoltre, pare che il consumo di vitamine B6, A, C, di sali minerali (magnesio,calcio, zinco e selenio) e di agenti antiossidanti presenti in pesci e noci possano ridurre l ‘infiammazione e di conseguenza il dolore.
Come sempre è importante in presenza di questi o altri sintomi, ricorrere alla visita ginecologica e ad un’accurata diagnosi.
Fonte: AIE