Una questione che sta a cuore non solo agli abitanti di Catania ma anche a tutti i pazienti che vengono da fuori. Dopo l’annuncio dell’imminente chiusura del pronto soccorso dell’ospedale Vittorio Emanuele di Catania, il segretario generale della Ugl Carmelo Mazzeo e dal coordinatore nazionale del settore docenza e dirigenza della federazione nazionale Ugl università Raffaele Lanteri avevano lanciato un appello in merito.
Insieme a loro, anche i consiglieri comunali Carmelo Sofia e Francesco Saglimbene erano intervenuti sulla questione, affermando: “La chiusura del presidio del ‘Vittorio Emanuele’ comporterà un’enorme afflusso di utenti verso l’ospedale Garibaldi, nei pressi di piazza Santa Maria di Gesù. Da Gennaio ad oggi il presidio di via Plebiscito ha registrato un aumento dell’utenza del 20 % rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Numeri che devono far riflettere e sottolineano la delicatezza di una questione che va valutata in tutti i suoi aspetti per il bene della città. In quello che tutti conoscono come il ‘vecchio Garibaldi’, infatti, ci sono circa 75.000 interventi l’anno. Mentre il pronto soccorso del ‘Vittorio Emanuele’ ne effettua quasi 60.000. Chiudere la struttura di via Plebiscito comporterebbe un aumento di circa 30.000 casi l’anno per l’impianto nei pressi viale Mario Rapisardi che non dispone di locali e personale adeguato per un simile scenario. Si arriverebbe così al collasso in pochi mesi“.
E non è tardato ad arrivare la risposta del sindaco Enzo Bianco, il quale ha prontamente dichiarato: “La crescente attenzione di associazioni e cittadini verso questa vicenda dimostra ancora una volta come ogni decisione su questi temi vada presa di concerto tra le istituzioni”. Occorre procedere ‘con una strategia chiara e dopo aver valutato complessivamente ogni dettaglio’ e ricordato come sul tema si sia intervenuti per tempo con la Commissione sanità del Comune, prima attraverso una serie di sopralluoghi nelle strutture d’emergenza della città e poi con un tavolo di confronto con i direttori generali delle aziende ospedaliere interessate. Insomma, stiamo vigilando sul percorso e non consentiremo che nel centro della città non ci sia un pronto soccorso in grado di rispondere alle esigenze dei cittadini, fornendo una qualità di assistenza all’altezza della situazione. Al contempo bisogna ridisegnare la logistica dei servizi dedicati all’emergenza-urgenza, puntando fortemente sia sull’apertura dell’ospedale San Marco, sul quale sono già stati fatti ingenti investimenti, sia su quella del nuovo pronto soccorso del Policlinico”.
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