Il punto alla fine di un sms: segno di freddezza o semplice regola grammaticale?

Quante volte vi sarà capitato di ricevere un messaggio con un punto alla fine di una frase e pensare che, probabilmente, il mittente fosse troppo freddo, distante? Eppure si tratta di una semplice e corretta regola grammaticale. Il mondo digitale comporta una percezione diversa dei dialoghi e dei toni utilizzati ed ecco che un punto potrebbe risultare fastidioso.

Una ricerca, condotta dalla Binghamton University di New York, conferma questo dato. Sono stati esaminati 126 studenti: gli studiosi hanno chiesto loro di leggere alcuni messaggi. Gli scambi iniziavano tutti con alcune domande comuni, alle quali veniva fornita una risposta di una sola parola. Quando, però, questa parola era accompagnata da un punto, la percezione della frase da parte dei volontari sembrava cambiare del tutto.

Regole grammaticali che, dunque, subirebbero delle modifiche nella comunicazione digitale: mancando un contatto diretto, nei messaggi si cerca di sostituirlo con emoticon e segni vari; la ricercatrice Celia Klin sostiene a proposito: “Quando si messaggia automaticamente si fa a meno di alcuni segnali che, invece, vengono inviati durante la conversazione faccia a faccia. Quando si parla a qualcuno, si trasmettono altre informazioni tramite lo sguardo, le espressioni facciali, il tono di voce, le pause etc. Ovviamente le persone non possono usare tutti questi meccanismi quando inviano un messaggio. Quindi ricorrono a ciò che possono: alle emoticon, ad esempio, o, in questo caso, alla ‘giusta’ punteggiatura”.

La punteggiatura corretta quindi non sarebbe più quella canonica, quella del linguaggio scritto utilizzato generalmente, ma quella spontanea.

E voi? Siete d’accordo con la ricerca o pensate che, nonostante tutto, la punteggiatura debba essere rispettata in ogni occasione e che, in fondo, la freddezza o la spontaneità non sia un carattere realmente percepibile nel linguaggio da “era digitale”? Ad ogni modo, è sempre bene utilizzare la giusta punteggiatura, in fondo riuscire a mettere un punto è importante e non solo nel linguaggio scritto.

 

Rita Vivera

Rita Vivera nata a Comiso (RG) il 17/06/1990, attualmente studia Giurisprudenza presso l'Ateneo di Catania. Determinata a perseguire i suoi obiettivi, tra lo studio di un diritto e un altro, ama scrivere in particolare di attualità, di politica e di musica.

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