Le città italiane che fanno più ingrassare, secondo gli Americani

L’Italia sa, sicuramente, far parlare di sé a livello mondiale; e per vari motivi: arte, letteratura, geografia, moda, savoir faire. Cucina. Eh già, la cucina: noi italiani siamo tutti un po’ chef, non neghiamolo. Anche lo studente fuori sede lo è; perché noi italiani, la cucina, ce l’abbiamo nel DNA. 6 cromosomi su 46, si chiamano cucina, tavola, buona forchetta, convivialità, allegria, famiglia e, combinati insieme, danno vita al più grande capolavoro che va in scena nel quotidiano.

Siamo talmente bravi, che, dagli States, arriva una classifica delle nove città italiane che più fanno ingrassare. Addirittura, pare che una leggenda voglia che Robert De Niro, dovendo mettere su ben 27 kg per interpretare il pugile Jake LaMotta ormai anziano in “Toro Scatenato”, si sia seduto a tavola per un tour gastronomico del nostro bel Paese! Ma quali sono queste città che ci hanno portato a tale onore?!

  • Randazzo, Sicilia – Il viaggio della Marchetti parte ai piedi dell’Etna e dal culto della granita. “Sì, ha i suoi imitatori, ma la granita siciliana non ha eguali”;
  • Caserta, Campania – La “patria della migliore mozzarella in Italia e quindi nel mondo”, fatta con il latte di bufala. E poi c’è la Reggia di Caserta, patrimonio dell’Unesco “da far invidia al palazzo di Versailles”;
  • Milano, Lombardia – Non poteva mancare il prodotto meneghino per eccellenza, il panettone. Classico e nelle sue innumerevoli e golose varianti;
  • Borgo di Carpiano, Umbria – Antico borgo riconvertito in agriturismo, “il posto adatto per mettere in pausa la dieta”. Immerso nei boschi, isolato dal mondo, “il cibo qui è migliore che in molti ristoranti stellati Michelin”;
  • Orgosolo, Sardegna – Lontano dalle spiagge dei vip, questa è la regione più selvaggia, un tempo covo di banditi e terra di pastori. Tra autunno e inverno ospita “Cortes Apertas”, tradizionale manifestazione in cui le case storiche aprono i propri cortili per un percorso gustoso percorso enogastronomico e artistico;
  • Matera, Basilicata – Esplorando i vicoli nella zona dei Sassi, è d’obbligo fermarsi ad assaggiare i peperoncini locali e soprattutto i peperoni cruschi, quelli che vengono fritti dopo essere stati essiccati al sole. Si trovano in quasi tutte le ricette locali e uno tira l’altro;
  • Vasto, Abruzzo – I piatti che si gustano sulla costa dei Trabocchi, il tratto dell’Adriatrico della provincia di Chieti, “richiedono un certo autocontrollo”. E’ il caso del famoso brodetto, gigantesca zuppa di pesce “così grande che ci vogliono due persone per finirlo”, a base di triglie, sogliole, scorfani e gamberi in un sugo di pomodoro, prezzemolo e peperoncino;
  • Modica, Sicilia – La “piccola Svizzera d’Italia”, dove la parola d’ordine è “cioccolato”, che qui ancora si realizza con la stessa tecnica tramandata da generazione. Dalla consistenza farinosa, è chiamato dagli abitanti del posto “cioccolato di vetro”.
    Solo due siciliane in classifica?! Non scherziamo sulle cose serie.
    Ecco a voi, allora, le nostre aggiunte.
  • Catania – il celeberrimo Frappè alla Nutella: che sia Piazza Trento o la stazione centrale, non importa. Lui è la mascotte ufficiale della citta dell’Elefantino;
  • Palermo – come non citare le Panelle, frittelle di farina di ceci, servite in mezzo alla Mafalda (e a viale Regione Siciliana), condite con sale e limone;
  • Messina – vanto delle città, la Pignolata, dolce composto da varie pigne ricoperte di glassa bianca al limone e scura al cioccolato, dall’ odore di essenza di cedro o bergamotto e cioccolato vanigliato;
  • Agrigento – con i “Cudduruni”, Pizza coperta di Pane impasto farcita con salsa, cipolla e patate;
  • Agira – delizioso comune dell’interland e le sue meravigliose “cassatelle”, frolle a forma di mezzaluna, spolverate di zucchero a velo, che racchiudono una farcia di cacao, mandorle tritate, farina di ceci, zucchero, scorza di limone, e (per i palati piu esigenti), cannella;
  • Mazzarino – anche qui troviamo le cassatelle, ma in una diversa variante; queste sono simili nella forma, ma non nella consistenza: la loro sfoglia e fritta, hanno un ripieno ricotta e sono ricoperte di miele o zucchero a velo;
  • Mineo – un trionfo di “uasteddi fritti”, preparati con la pasta per pizza ben lievitata, vengono fritti in olio ben caldo e ricoperti di zucchero. Da gustare rigorosamente ben caldi!

Non so voi, ma io inizio subito un tour gastronomico dopo questo articolo!

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Anna Fuoti

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Anna Fuoti

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