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Come essere assertivo: i sei ingredienti dell’assertività

Quante volte con prepotenza e arroganza, argomentando qualsiasi discorso, parliamo per convincere l’altro della validità delle nostre tesi per informarlo del nostro punto di vista? “Le tue idee sono sbagliate, le mie giuste” è una frase che in modo ricorrente ad alcuni di noi capita di pensare. A volte, in un dialogo, non si parla più per il semplice piacere di parlare, per il desiderio di un confronto, per uno scambio gratuito e formativo, ma per dimostrare la propria ragione. Il comportamento assertivo è quel comportamento attraverso il quale si affermano i propri punti di vista, senza prevaricare né essere prevaricati.

Potremmo anche definire l’assertività come quel punto d’equilibrio fra uno stile comunicativo passivo ed uno aggressivo. Infatti l’assertivo non fa decidere agli altri, non teme di esprimere liberamente la propria idea per paura delle possibili conseguenze, non è passivo. Ma non procede neanche in modo aggressivo, rabbioso perché non vuole imporre il suo punto di vista a nessuno. Si tratta quindi di uno stile comunicativo che permette all’individuo di esprimere le proprie opinioni, le proprie emozioni e di impegnarsi a risolvere positivamente le situazioni e i problemi. Far decidere agli altri, mettendoci da parte è sbagliato. Dare spazio alle esigenze altrui, assecondare pur non volendolo per non creare disaccordi, malumori, complicazioni è sbagliato. Concedere agli altri il ruolo di protagonista della propria vita stiamo facendo del male a noi stessi.  essere assertivi è forse una delle cose più difficili del modo, ma è una delle caratteristiche peculiari delle persone di successo.

Analizziamo le differenze tra i diversi modi relazionali.

Chi ha un comportamento passivo:

Accontenta gli altri e non se stesso

È facilmente influenzabile

Subisce le situazioni senza opporsi

Non esprime le proprie opinioni

Non esprime i propri bisogni

Si blocca nelle situazioni sociali

Evita i conflitti

Non si stima

 

Chi ha un comportamento aggressivo:

Attacca gli altri

Pensa di avere sempre ragione

E’ concentrato solo sui propri bisogni e desideri

Non comprende le necessità degli altri

Usa la forza

Crea conflitti

Si impone

 

In entrambi i casi il risultato è: senso di colpa, relazioni sociali poco gratificanti, ansia. E ora veniamo al dunque: come fare per diventare assertivi? Chiaramente non essendo in possesso di una bacchetta magica (il che rende di molto più complicate le cose) l’unica soluzione da fare è mettersi in gioco sul campo della vita. Ovviamente a noi di LiveUniCT piace essere anche concreti. Per questo, ecco la nostra “ricetta” super special: i sei ingredienti dell’assertività.

 

  1. L’autostima. Se non hai un pizzico di autostima non potrai mai essere assertivo: se non credi in testo, come puoi credere in ciò che pensi e dici? Chi crede di valere poco e niente, inevitabilmente adotta un atteggiamento passivo o aggressivo. Smettere di ricercare in modo ossessivo l’approvazione altrui è un passo decisivo: non hai bisogno degli applausi degli altri per andare avanti.
  2. Comunicare in modo efficace. Spesso quando discutiamo non sappiamo vendere bene il nostro prodotto. Che significa? Le abilità comunicative, quindi il modo di dire le cose, è fondamentale per far valere la nostra posizione. Parlare attaccando, con un tono di voce elevato, in maniera arrogante e prepotente è sicuramente ciò che non devi fare se vuoi essere assertivo.
  3. Esprimersi senza remore. Sii te stesso. Parla come vuoi, in modo libero, senza timori, non avere paura di ciò che pensi, senza preoccuparti di chi hai davanti. Nessuno è esente dagli sbagli e ricordati che una persona intelligente sa cambiare idea, quando lo riconosce opportuno.
  4. Occhio alle critiche. Tutti abbiamo un problema con le critiche. In certi casi risulta davvero difficili accettarle ma costituiscono degli strumenti indispensabili per la crescita personale. La nostra insicurezza ci porta a vedere una critica come un attacco al nostro io e non come un’osservazione ad un nostro comportamento.
  5. Riconoscere i pregi altrui. Se c’è una cosa più difficile dell’accettare le critiche è complimentarsi in maniera sincera con gli altri. Soprattutto se non siamo abituati a farlo. Personalmente sono cresciuta in una famiglia dove fare un complimento era un gesto spontaneo e scontato ma capisco che per alcuni è un vero tallone di Achille. Spesso siamo addirittura non presi sul serio, ma un complimento spontaneo si percepisce e si distingue nettamente da una frase di circostanza: un complimento, tempestivo, preciso e sincero è uno degli strumenti più potenti per rafforzare le nostre abilità relazionali e guadagnare il rispetto altrui.
  6. Gestire i conflitti. Di fronte ad un conflitto, la stragrande maggioranza delle persone, o si fa controllare (individuo passivo), o perde il controllo (individuo aggressivo). L’assertivo è padrone della situazione e non perde nè il controllo nè si lascia abbindolare dalla situazione. Dietro ogni crisi, c’è sempre un nuovo inizio, un punto di partenza per la nostra crescita personale!

 

Maria Eleonora Palma

Autore - Sono nata il lontano 24 Novembre del 1993 a Vittoria, una piccola città in provincia di Ragusa. Mi divido tra Catania, dove frequento il primo anno della facoltà di Scienze e Tecniche Psicologiche, e la mia città natale che amo tanto e a cui sono legati ricordi, amicizie e impegni vari. Sono una persona piuttosto socievole e accogliente, amo fare nuove esperienze (per questo piuttosto spesso mi ritrovo in situazioni buffe e stravaganti, comunque… sorvoliamo la faccenda!). Mi piace molto scrivere, leggere libri di tutti i generi e sono da ormai 4 anni educatrice in ACR (Azione Cattolica Ragazzi). I bambini sono il mio piccolo laboratorio: mi piacerebbe in futuro lavorare con loro, e grazie a questa opportunità ho scoperto pian piano che i bambini non sono dei piccoli “mostriciattoli capricciosi”, anzi un continente di emozioni, pensieri e comportamenti da scoprire. E’ molto bello e gratificante lavorare e avere a che fare con loro, spesso sono più sensibile e profondi degli adulti. Mi piacciono gli animali, anche se per ragioni di spazio, non ne tengo alcuno a casa. L’ultimo libro che ho letto è Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte, uno dei miei libri preferiti, riletto più volte, questa è la terza, e credo uno dei testi meglio riusciti sull’autismo infantile. Non appena riuscirò a ritagliarmi un po’ di tempo, vorrei iniziare un corso di fotografia. Quello che mi manca è la Reflex, ma questo non è un problema.

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Maria Eleonora Palma

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