Secondo il rapporto Excelsior di Unioncamere, reso pubblico durante il Job&Orienta di Verona lo scorso 22 novembre, nonostante la crisi economica dilagante e i conseguenti tagli del personale a cui sono state costrette molte imprese, risultano essere numerose le realtà aziendali che si imbattono in non poche difficoltà al momento della ricerca di adeguate figure professionali da inserire all’interno del proprio organico.
Infatti, nel 2014, i posti di lavoro “difficili” da coprire ammontavano a circa 39 mila, il che denota un trend positivo rispetto all’anno precedente, nel quale erano pari a ben 47 mila, ma che è ugualmente indice di un problema di disallineamento piuttosto evidente.
In particolare, la disparità tra domanda e offerta ha ad oggetto soprattutto profili di laureati in materie scientifiche e tecniche, ma la mancanza di professionisti e personale qualificato in determinati settori è conseguenza, secondo le imprese, delle elevate aspettative nutrite dai giovani lavoratori, che non desiderano cimentarsi in alcune carriere considerate di basso profilo, ma di cui il mondo lavorativo ha concretamente bisogno. Così si verifica uno scarto tra corsi eccessivamente affollati e altri con un numero esiguo di iscritti.
La maggiore percentuale di iscrizioni si è avuta nel settore umanistico e in quello giuridico: dai dati incrociati forniti da Unioncamere e dall’Istat, i laureati del 2013 sono il 33,9 per cento, tra i quali il 10,6 per cento proviene da corsi di laurea in lettere, i quali, a un anno dal completamento del ciclo di studi universitari, sono quelli con la più bassa percentuale di inserimento nel mondo del lavoro. In secondo luogo nella classifica troviamo le discipline economico-sociali, categoria la cui percentuale è del 32,7 per cento, all’interno della quale il 18,7 per cento è formato dagli studenti delle facoltà economico-statistiche, seguito dal 14 per cento delle università con indirizzo politico-sociale.
Dall’altro estremo della graduatoria, bisogna fare riferimento all’area scientifica, che nel 2013 conta soltanto il 18,5 per cento dei laureati. In particolare, l’università con meno iscritti è quella agraria; mentre, per quanto riguarda ingegneria e architettura, le stime si aggirano intorno al 25,5 per cento, con netta prevalenza di studenti proveniente dalla prima. Nel settore medico, i laureati sono il 20,4 per cento, di cui ben il 16,8 per cento proviene dalla laurea triennale in professioni sanitarie. Infine, all’ultimo posto troviamo coloro che hanno conseguito la laurea in scienze motorie, che corrispondono all’1,6 per cento.
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