La Disney plagia se stessa? E’ quello che ci viene mostrato in un breve video pubblicato dall’account youtube Movie Munchies. A confronto sono state messe le scene “danzanti” di alcuni classici prodotti dalla Walt Disney Animation Studios: Cenerentola, La bella addormentata nel bosco, La bella e la bestia, Biancaneve e i sette nani, Robin Hood, Il libro della giungla e Gli Aristogatti. Si tratta solo di alcuni piccoli esempi di questa strana pratica adottata (sembrerebbe soltanto in passato) dallo studio di animazione più famoso del mondo.
Anche il sito disney.wikia.com, che vi consigliamo di visitare se possedete una conoscenza base di inglese, riporta dei casi analoghi. La pagina, oltre ad essere un database aggiornato su tutta l’attività filmica Disney, dedica alcune sezioni alle scene che sono state riciclate da un film all’altro, elencandole con tanto di immagini.
Eccone di seguito alcune.
Ma quali possono essere i motivi? A riguardo, possiamo formulare alcune ipotesi.
La prima ipotesi è indubbiamente il risparmio: la realizzazione di un intero lungometraggio era, prima dell’avvento dell’animazione digitale, un processo parecchio più lungo, complicato e costoso. I singoli frame andavano realizzati a mano e questo, in particolar modo nelle scene musicali, costituiva un lavoraccio lento e faticoso. Per non parlare dei tempi e la tecnica richiesti per elaborare delle nuove coreografie altrettanto efficaci.
E quest’ultimo punto può essere ricollegato alla seconda ipotesi: riutilizzare delle scene già collaudate, che fossero scene drammatiche, gag o balletti, oltre ad eliminare una grossa mole di lavoro, permetteva di creare un’associazione visiva ed emotiva istantanea e inconsapevole per lo spettatore avvezzo alla visione dei film Disney. Un vero e proprio messaggio subliminale che specialmente in un pubblico di bambini, target primario dei film Disney, alimentava ed incrementava una passione inconscia verso il mondo Disney.
La terza ipotesi, infine, è che si tratti di autocitazione. E’ questo un fenomeno abbastanza frequente nel cinema, si pensi alla filmografia di mostri maniacali come Quentin Tarantino ed i fratelli Coen, che nei loro lavori citano assiduamente se stessi ed i loro lavori precedenti. Certo, non si tratta di riferimenti plateali come nel caso Disney, ma anche quest’ultima ipotesi può considerarsi valida.
Non è da escludere anche che il motivo di fondo sia un mix delle tre ipotesi precedenti, dosate in misura diversa.
Per farla breve, il mistero rimane aperto, ma, affinché possiate farvi una vostra opinione in merito, vi lasciamo finalmente alla visione del video incriminato:
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