In occasione del primo appuntamento con la cosiddetta rubrica degli “acchiappa fantasmi”, abbiamo pensato di cominciare introducendo ai lettori i protagonisti del gruppo scientifico che da molti anni indaga sull’occulto in lungo e in largo nella Sicilia orientale e che ci terrà compagnia in questa avventura ai confini della realtà.
L’INTERVISTA
Il fondatore del Ghost Hunter Team Catania è Michele Torregrossa, trentaquattrenne studioso del paranormale, originario di Valguarnera (Enna). Assieme al fratello Alfonso, alla moglie Maria Russo, al nipote Orazio Rapisarda e al fotografo Flavio Iannizzotto, rappresenta il fulcro della squadra che in questi anni ha studiato centinaia di fenomeni inspiegabili.
Come nasce l’idea di creare una squadra di esperti del paranormale?
«L’idea di mettere in piedi un gruppo di ricerca nasce probabilmente dalla voglia di sapere di più, di indagare su cose che spesso reputiamo impossibili. L’origine di questa mia curiosità è da collegare ad alcuni casi razionalmente inspiegabili che ho vissuto in prima persona all’età di 12 anni. Da quel momento, la mia concezione del mondo è cambiata radicalmente».
Quando avete iniziato ufficialmente con le vostre indagini scientifiche?
«Nel 2010 abbiamo fondato il GH CT (Ghost Hunter Team Catania) per aiutare gratuitamente, con ogni spesa a nostro carico, persone in difficoltà. Persone con seri problemi di convivenza con entità indefinite o fenomenologie particolari che rendono alquanto difficile la vita quotidiana nella propria abitazione».
Cosa vi differenzia dalle altre squadre scientifiche in circolazione?
«Tendenzialmente, a noi non interessa quello che fanno gli altri studiosi o pseudo tali. Il nostro impegno è incentrato sullo studio serio e ponderato dei casi che ci vengono proposti di volta in volta. Non ci vedrete mai irrompere abusivamente in abitazioni abbandonate, senza permesso ed equipaggiati di sola torcia e telecamera improvvisata. Il nostro è un lavoro certosino, che si basa su esperienza ed utilizzo integrato della tecnologia per arrivare dove i nostri sensi non possono arrivare».
Come avviene un’indagine standard sul paranormale?
«In primis, inizierei col dire che non esiste un prototipo di indagine standard. Ogni luogo rappresenta una storia a sé stante, un universo intriso di mistero da esplorare. Quello che per noi è un must e che consiglio sempre, è di non prendersi mai gioco dell’occulto. Interagire con entità invisibili non è poi così difficile, ma spesso c’è chi osa un po’ troppo, rischiando di scatenare forze più grandi di noi».
Può entrare più in dettaglio?
«Quando parlo di prudenza, lo dico perché abbiamo vissuto sulla nostra pelle alcune esperienze incredibili che vi racconterò nelle prossime settimane. Ma per fare un esempio, non bisogna istigare gli spiriti poiché non si rischia soltanto di farsi del male, ma anche e soprattutto di essere seguiti a casa, nel proprio privato. So che questo sembrerà assurdo, ma c’è da stare molto attenti».
Progetti per il futuro?
«Nel futuro ci aspettiamo di continuare a fare quello che stiamo facendo ed in più stiamo lavorando alla creazione di un interessante documentario assieme al supporto tecnico e giornalistico di Giacomo Scialfa, Danilo Marletta e Cirino Cristaldi, i tre volti nuovi del nostro team».
LA VILLA OTTOCENTESCA
In occasione della prima indagine, il GH CT è stato contattato dai proprietari di una villa ottocentesca adibita a locale notturno, situata nei pressi di Pedara (Catania). Questo luogo, sfarzoso e dagli ambienti parecchio ampi, si dice nasconda misteriose entità invisibili che nel corso degli anni hanno terrorizzato la clientela. Alcuni raccontano di essersi sentiti toccare o spingere, altri affermano con certezza di aver visto masse nere vagare indisturbate per le sale.
INDAGINE E STRANI FENOMENI…
Non appena giunti sul posto, i membri del GH CT iniziano il tradizionale giro di perlustrazione, ascoltando attentamente le testimonianze dei presenti. Una volta individuati i punti focali dell’attività paranormale, vengono fissate le videocamere a infrarossi con dei bulloni.
Alle 21.00 in punto si spengono le luci e allo stesso tempo tutte le apparecchiature che possono creare interferenze (ad esempio i cellulari). Lo studio scientifico può cominciare. Con il solo ausilio della visione notturna delle videocamere personali e di attrezzature quali K2 (rilevatore di campi elettromagnetici) e registratori digitali in grado di intercettare gli EVP (Electronic Voice Phenomena o Voci Elettroniche), parte l’ispezione della villa, alla presenza di uno dei proprietari della villa.
Dopo una serie di tentate interazioni con le presunte entità, il GH CT rileva dei picchi piuttosto anomali sul K2. Picchi seguiti da alcuni strani fenomeni audio intercettati dai registratori. È a questo punto che Michele, l’anima del team, decide di posizionare una torcia in corrispondenza di un divano, chiedendo allo spirito di provare ad interagire accendendo la luce. E tutto ad un tratto, come dimostrato dalle immagini immortalate dalla telecamera, la torcia inizia a lampeggiare inspiegabilmente, quasi a rimarcare il fatto che ci sia qualcun altro nella stanza.
Finite le indagini, la squadra ha analizzato tutto il materiale registrato. Ebbene, durante il “dialogo” con l’entità misteriosa (come evidenziato nel video), in una sala totalmente diversa (il locale Sauna) una delle telecamere fissata con i bulloni si muoveva contro ogni logica, prima verso il basso e poi verso l’alto, per poi assestarsi nuovamente nella posizione iniziale. Quale forza aveva potuto spostarla, se tutti si trovavano in un’altra sala?
IL VERDETTO
Il verdetto del Ghost Hunter Team è positivo. L’indagine nella villa di Pedara ha permesso di riscontrare una chiara attività paranormale con rilevazioni scientifiche, eloquenti immagini ed EVP a supporto della presunta veridicità delle dicerie che da anni circolano su questo posto.
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