Università, ecco cosa cambia tra quelle italiane e quelle tedesche

Dopo aver trattato i corsi di studio e le strutture dell’università tedesca, merita di essere posta in evidenza  la possibilità di studiare contemporaneamente in più facoltà e combinare insieme materie differenti, distinte tra principali (Hauptfächer) e secondarie (Nebenfächer), elaborando un percorso di studi personalizzato, strutturato ad hoc in base alle esigenze e alle preferenze dello studente, e più flessibile rispetto alle richieste del mercato del lavoro.

Nell’ottica dell’integrazione e dell’uniformità all’interno del settore formativo tra i paesi dell’Unione Europea sono stati attivati appositi corsi di studio italo-tedeschi, basati sul principio della collaborazione bi- o multinazionale. Essi riguardano lauree triennali, magistrali e corsi post laurea, nei quali una parte consistente dei crediti necessari al conseguimento del “doppio-titolo” deve essere ottenuta presso l’università partner. Inoltre, per fornire allo studente straniero la possibilità di studiare in Germania e a quello tedesco di accedere a una formazione di ampio respiro internazionale, le università principali hanno istituito International Programmes, tenuti in inglese (o in un’altra lingua straniera), che prevedono accanto al classico modello di apprendimento la partecipazione a scambi internazionali.

La concezione delle lezioni da noi comunemente intesa, impartite da un professore posto dietro una cattedra, separato tanto formalmente quanto sostanzialmente dai propri alunni, è pressoché sconosciuta in terra teutonica, dal momento che la fase più rilevante della formazione è data piuttosto dai seminari, considerati momento cardine dell’apprendimento: essi sono tenuti sia dai professori che dai dottorandi, a seconda del proprio settore, hanno ad oggetto temi specifici e fanno capo a uno più ampio e articolato, detto Modulo. All’interno di ogni Modulo vengono proposti diversi seminari, della durata di un semestre ciascuno, tra i quali lo studente può liberamente scegliere, cimentandosi prima dell’inizio del semestre successivo nella stesura di una tesi, tra le 15 e le 20 pagine, che ne dimostra la frequentazione e la partecipazione “attiva”.

Tra le università di Berlino che meritano di essere annoverate, rientranti nelle tre categorie illustrate, prima fra tutte la Freie Universität Berlin, nel cuore della città la Humboldt-Universität zu Berlin e nelle vicinanze dello Zoo la Technische Universität Berlin.

Focalizziamoci sulla seconda, la Humboldt University, fondata nel 1810 ed eletta “University of Excellence” nel 2012, meritandosi il decimo posto nella classifica delle università dell’intera Germania. Sono ben 185 i corsi presenti, 21 dei quali di carattere internazionale, con lezioni e seminari condotti in lingua inglese. La sede centrale è il Campus Mitte (vedi figura), che insieme al Campus Nord e al più moderno Natural Science Campus Adlershof costituiscono l’intera struttura. In una simile organizzazione non può mancare una biblioteca degna di esser definita tale (Jacob-und-Wilhelm-Grimm-Zentrum), formata da oltre 4 milioni di libri. Al di là delle tradizionali discipline accademiche, l’università offre un’ampia scelta di attività extra-curriculari facilmente coniugabili tra loro: 100 diversi sport e numerosi corsi, nazionali e internazionali, persino in lingua araba. Oltre ai classici servizi di consultazione, presso la HU è presente un ulteriore servizio di consulenza e di supporto dal punto di vista legale, sociale e psicologico.

Se guardiamo più da vicino le materie oggetto di studio, ci accorgiamo immediatamente dell’estrema varietà: l’offerta contempla scienze umanistiche, sociali e naturali, in una visione interdisciplinare che ne rappresenta la chiave. Il settore della ricerca è particolarmente attivo, inquadrato in un dipartimento a sé stante, definito The Berlin School of Mind and Brain, che fornisce un esempio concreto di come gli esperti neuroscienzati lavorino insieme ai cultori della filosofia. I punti focali possono essere riassunti partendo dalla storia, dalla filosofia, dall’economia, dalla biologia e dalla matematica, che si pongono poi come basi per lo studio della tecnologia, dell’immunologia, delle scienze dei materiali, dello studio dell’ambiente e della relativa eco-sostenibilità. Sono infatti ben 14 i Centri di Ricerca che collaborano con l’università, insieme a 4 Gruppi che operano al medesimo fine e a 7 Centri interdisciplinari: collaborazione e ricerca sono i cardini all’insegna dei quali l’università opera. Si aggira intorno a 400 il numero dei professori presenti, mentre saliamo a cifre come 30.540 se ci riferiamo agli studenti iscritti nel semestre 2013/2014 (vedi figura). 

Cooperazione, ruolo pionieristico nello sviluppo della ricerca, rapporto diretto tra professore e alunno e una variegata lista di servizi per lo studente. Questi i tratti essenziali che caratterizzano il sistema accademico tedesco, che individua nella promozione di nuovi talenti il motore per fornire un influsso positivo alla società e all’economia, dentro e fuori dalla cornice rappresentata dalle mura universitarie.

Laura Paglia

Proofreading e Autrice Nata a Caltagirone ma innamorata di Catania, dove frequenta la facoltà di Giurisprudenza, dopo essersi diplomata al Liceo Classico, ha fin da piccola mostrato una particolare attitudine per la scrittura in tutti i suoi aspetti; approfitta al volo della possibilità offertale dalla redazione catanese per confrontarsi col mondo del giornalismo e per sperimentare concretamente un ambito che la affascina da anni; mette così al servizio del giornale telematico le competenze acquisite durante i suoi studi e la sempre presente passione per la scrittura, cercando di affinare al meglio le capacità coltivate, perché misurare se stessi e mettersi alla prova è la base per il raggiungimento dei propri obiettivi.

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