“Quel posto”, il paese italiano che porta sfortuna

Per tutti gli italiani superstiziosi esiste un paese il cui nome è meglio non pronunciarlo.

Colobraro è un comune, di poco più di un migliaio di abitanti, in provincia di Matera e il significato del nome possiede sfumatura “sinistra”. Ad affermare ciò non sono gli abitanti o i turisti moderni, ma un antico cronista locale: «Se columbarium, apiarium, formicularium indica luogo che raccoglie e nutrica colombi, api, formiche, Colubrarium indicherà luogo che contiene o produce serpi, colubri».

Il paese che porta iella è stato ribattezzato come “paese innominabile” tanto da essere chiamato “quel posto”.

La maledizione risalirebbe a un aneddoto, forse inventato, legato a un lampadario rottosi circa sessanta anni fa. Si racconta che un certo don Virgilio, podestà di Colobraro, minacciò che se non avesse detto la verità il lampadario sarebbe caduto. La sorte, o forse è meglio chiamarla sfortuna, volle che il lampadario si rompesse ed essendo ricoperto di aculei uccise i malcapitati che avevano dubitato delle sue parole.

Da quel momento la “sfiga” si impossessò del piccolo paese in provincia di Matera e gli abitanti dei paesi limitrofi iniziarono a parlare di Colobraro come un luogo il cui nome non doveva essere pronunciato.

Gli abitanti del paese talvolta sono infastiditi da queste dicerie, alcuni non ne vedono la causa e altri sottolineano il cambiamento, in positivo, del loro paese negli ultimi anni. Per decenni lucani e non vi si sono recati per svolgere pratiche magiche.

La fama sinistra di portare sfortuna viene “allontanata” dagli abitanti attraverso un portafortuna donato a chi arriva. Nel sacchettino da indossare si trovano 3 chicchi di grano 3 aghi di rosmarino,  3 pezzi di sale grosso e un pizzico di lavanda.

Gli abitanti del paese hanno trasformato la cattiva fama in buona accoglienza attraverso numerose iniziative che mettono in scena il fantastico, il magico e dunque la superstizione per fare di questa diceria un punto di forza per il turismo del posto.

Per visitare “quel posto” occorrerà indossare l’amuleto e lasciarsi condurre nelle vie di Colobraro guidati dai racconti magici.

Agrippina Alessandra Novella

Classe '92 . “Caffè, libri e tetris di parole”, ha definito la vita così, perché sono queste le tre cose che non devono mai mancarle. Legge da quando ha scoperto che i libri le fanno vivere più vite e sin da piccola scrive ovunque, perché le cose quando si scrivono rimangono. Cresciuta a Mineo è rimasta affascinata dagli scrittori che ivi hanno avuto i natali: Paolo Maura, Luigi Capuana e Giuseppe Bonaviri. Laureata in Lettere Classiche, presso l’Università di Catania, attualmente studia Italianistica all'Alma Mater di Bologna. Redattrice e proofreader per LiveUniCT e membro FAI.

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Agrippina Alessandra Novella

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