Dopo la proiezione del suo film “I cannibali” (1970), una pellicola che affronta il tema della libertà e della rivolta, negli anni della contestazione, con intensità visionaria e idee anticonformiste, la professoressa Lina Scalisi (coordinatrice del Laboratorio di Cultura e Nuovi linguaggi) guiderà la conversazione sul tema “Un cinema che apre nuovi orizzonti”, alla quale intervengono anche il critico Italo Moscati e il docente di Storia dello spettacolo Fernando Gioviale.
Autrice di un cinema politico rivoluzionario nel suo genere, Liliana Cavani inizia la sua carriera di regista realizzando tra il 1960 e il 1966 una lunga serie di servizi televisivi di forte impatto (La storia del Terzo Reich, L’età di Stalin, Gesù mio fratello, La casa in Italia). Del 1966 è anche il suo primo lungometraggio, “Francesco d’Assisi”, girato ancora per la tv e di due anni dopo il “Galileo”, ancora un’opera per la televisione ma poi vietata ai minori e mai messa in onda, probabilmente per le accuse esplicite al potere oppressivo delle gerarchie cattoliche.
Dopo “I cannibali “ (1970) e “L’ospite” (1971), film estremamente duri verso alcuni aspetti della società italiana, Liliana Cavani realizza nel 1974 “Milarepa”, ambientato in Nepal, e “Il portiere di notte”, storia dell’ambiguo rapporto tra un ufficiale delle SS e una giovane deportata, che scatena le polemiche dei moralisti. Polemiche che accompagneranno nel 1977 “Al di là del bene e del male”, e poi “La pelle”, film tratto dall’omonimo romanzo di Curzio Malaparte che sarà però accolto favorevolmente dalla critica e candidato alla Palma d’Oro al Festival di Cannes.
Un percorso “rivoluzionario” quello della regista che la porterà nuovamente a scontrarsi con il pubblico cattolico con “Interno berlinese” (1985). Lo stesso pubblico che, qualche anno più tardi, accoglierà invece con entusiasmo l’uscita di “Francesco”, la nuova biografia del santo realizzata nel 1989, che tratteggia in modo realistico l’umanità del santo e rievoca con violenza e disperazione la miseria e la sofferenza di una vita spesa in nome dell’amore e della dedizione agli altri. Ma saranno due film per Rai Fiction che porteranno di nuovo la Cavani nelle case degli italiani: “De Gasperi” (2005) e “Einstein” (2008); fino al recentissimo “Francesco” (2014), segno di un forte relazione intellettuale tra la Cavani e il santo dei poveri.
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