“Per non dimenticare” è una frase con cui ormai la maggior parte di noi ha acquisito familiarità: è quello che di solito si sente dire o si recita nel momento in cui si parla di un argomento particolarmente importante che, nella maggior parte dei casi, corrisponde a una grande strage. Ma è proprio vero che si ricorda tutto? È sicuro che niente sia stato dimenticato? Perché la commemorazione di oggi, spesso e volentieri, non riceve l’attenzione dovuta e, a distanza di anni, viene ancora da chiedersi il perché di questa amnesia.
Oggi, 10 febbraio, vengono infatti ricordati gli eccidi delle foibe avvenuti ai danni della popolazione italiana, principalmente in Venezia Giulia e Dalmazia. Tali eccidi sono avvenuti sia durante la seconda guerra mondiale che nel primo dopoguerra e, per la loro crudeltà, sono ben poco distanti dai genocidi compiuti per mano dei nazisti.
Ma cos’è una foiba? Dal punto di vista scientifico, la si definisce come un’enorme cavità naturale tipica delle aree carsiche che bene si presta a fare sparire anche oggetti di grandi dimensioni. Come già specificato, questa è la definizione scientifica; dal punto di vista storico, possiamo infatti considerarla una tomba, un espediente semplice e veloce per liberarsi di chi veniva considerato “scomodo”. Come si può ben notare, non è molto diverso dalle fosse comuni. E allora perché non se ne parla?
Le vittime delle foibe sono circa 11.000; a queste, vanno aggiunte anche quelle dei campi di concentramento jugoslavi. Proprio per tenere vivo il ricordo di questo massacro, che ha contribuito a fare della seconda guerra mondiale una delle più grandi atrocità che l’uomo abbia compiuto, si è deciso di istituire un Giorno del Ricordo, che è proprio oggi, 10 febbraio, esattamente 13 giorni dopo il Giorno della Memoria.
Non si deve dimenticare, bisogna tenere vivo il ricordo, bisogna parlare di ciò che ha macchiato indelebilmente la nostra umanità per fare in modo che non si ripeta: eppure, nonostante tutte queste raccomandazioni, sembra che ancora oggi questa data non abbia la stessa importanza che si conferisce alle altre commemorazioni. Quello che è lecito chiedersi è: perché? Perché le vittime sono in numero nettamente inferiore a quello delle altre stragi? Perché furono usate tecniche diverse di genocidio, che sono comunque terribili e disumane? Dare una risposta a queste domande è molto difficile, forse quasi impossibile. Tuttavia, anche se non si può rispondere, si può dare un proprio contributo. Come? Ricordando. Informarsi, ricercare dati, fare domande: questo fa di ognuno di noi una persona con coscienza e questo fa di ognuno di noi una persona che ricorda davvero, non per il gusto di dover obbedire ad uno stereotipo comune.
Oggi è il giorno del Ricordo per gli eccidi delle foibe e, in memoria delle vittime di questa strage e di tutte quelle avvenute ieri e oggi nel mondo, decidiamo di spendere qualche minuto di tempo per rendere omaggio a chi non ce l’ha fatta perché in balìa della barbarie dell’uomo. Solo così potremmo dire di avere commemorato un evento. Solo così usare la frase “Per non dimenticare” potrà essere corretto.
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