”Quello di Fabrizio Pulvirenti – ha detto Bianco – è un esempio di solidarietà umana che ci rende orgogliosi: un medico che ha messo a rischio la propria vita prima in Kurdistan e poi per aiutare le popolazioni del Paese che, con Liberia e Guinea, è quello in cui l’epidemia del virus è più diffusa. Ebola ha finora contagiato oltre ventimila persone, soprattutto in Sierra Leone, uccidendone ottomila. E ci vuole davvero un grande coraggio a decidere di recarsi nelle zone dell’epidemia a stretto contatto con gli ammalati. Fa pensare, inoltre, il fatto che il sangue di Pulvirenti, con gli anticorpi attivi contro il virus, sarà inviato in Sierra Leone per curare i malati”.
Pulvirenti, che ha 50 anni ed è in servizio nell’unità di Malattie infettive dell’ospedale di Enna, è stato contattato ha accettato di ritirare il riconoscimento pur non considerandosi un eroe ma “un soldato ferito in battaglia”. “Proprio questa sua modestia – ha sottolineato Bianco – ci fa considerare Pulvirenti, come ha detto anche il presidente Napolitano, tra le eccellenze italiane. E naturalmente tra queste va annoverata Emergency, la straordinaria organizzazione umanitaria fondata da Gino Strada e gestita con grande forza dalla figlia Cecilia. A tutti loro va il nostro ringraziamento”.
Pulvirenti, contratto l’Ebola, fu riportato in Italia dall’Aviazione militare il 25 novembre e ricoverato nell’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma. A fine novembre le sue condizioni si aggravarono al punto che fu necessario il trasferimento nell’Unità di Rianimazione ad alto isolamento. Poi, però, le cure sperimentali con quattro diversi farmaci cominciarono ad avere effetto e il 2 gennaio il medico catanese fu dichiarato ufficialmente guarito.
L’anno scorso a ricevere l’onorificenza era stato l’astronauta Luca Parmitano, anche lui commosso e onorato di ricevere un riconoscimento così importante e ricco di tradizione. Ne avevamo parlato in questo articolo.
La serata prosegue con la rituale accensione della lampada votiva in onore della Santa Patrona, presieduta dall’arcivescovo di Catania e dalla deposizione del cuscino di fiori da parte dei vigili del fuoco alla statua di Sant’Agata posta sulla facciata della cattedrale.
Che i festeggiamenti abbiano inizio!
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