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Il linguaggio segreto dei sogni: cosa nascondono e come interpretarli

Quante volte ci è capitato di svegliarci di soprassalto durante la notte colti da un incubo improvviso o quante volte lasciamo che un sogno ci accompagni durante tutto l’arco della giornata, mentre stiamo a domandarci cosa possa significare?

I sogni sono una specie di scatola cinese: dietro l’apparente involucro esterno si celano gli altri contenitori nascosti. Sta a noi decidere se aprirli o lasciarli così immutati. La difficoltà principale quando vogliamo interpretare il significato dei sogni, sta nel fatto che non è possibile tradurre meccanicamente i simboli onirici in significati immediati e utili. Ricordo recentemente una collega all’università, la quale, sapendo che avevo studiato un po’ di psicologia, mi chiese aiuto nell’interpretare un sogno “strano” da cui non riusciva a venire a capo. Operazione non semplice: un sogno è un po’ come il dna di una persona, è estremamente personale e soggettivo e non esiste persona migliore di noi stessi nel poter effettuare un accurato discernimento e una buona comprensione dei simboli onirici. In commercio troviamo diversi libri che si propongono di aiutarci in questa trasduzione, ma i nostri sogni sono molto più complessi e personali, e quindi diventa riduttivo trovare conforto in queste generalizzazioni da cui è possibile ricevere solo degli spunti di riflessione.

E’ bene dunque, se volessimo provare a capire qualcosa in più dei nostri sogni, tener presente alcuni punti chiave:

  1. La natura soggettiva dei simboli onirici
    Usiamo un esempio pratico: a me piacciono parecchio i centri commerciali, a mia sorella no. Se io sognassi di trovarmi in un centro commerciale esprimerei in sogno una situazione piacevole della mia vita; al contrario se a sognarlo fosse mia sorella questo dovrebbe esprimere il suo disagio di trovarsi in una qualche situazione della vita reale (odierna o passata) che la mette in difficoltà. Si evince dunque comelo stesso elemento – il centro commerciale – rappresenti due significati completamente differenti a seconda del soggetto sognante.
  2. L’effetto della cultura sui sogni
    A influenzare notevolmente le persone nella percezione e nella valutazione dei sogni è la cultura di appartenenza. Persone con una medesima cultura possono avere simboli onirici simili. Anche se va sempre ricordato che quando si parla di interpretazione onirica, ognuno usa un proprio codice, non sempre assimilabile a quello di un altro.

 

La funzione dei sogni
 I sogni hanno due diverse funzioni:

  • Funzione riequilibratrice di armonizzazione della psiche cioè nel sogno vengono rivissute e completate le situazioni incomplete e le emozioni che sono rimaste aperte. In questo modo la mente tende a “scaricarsi”, a ritrovare l’equilibrio per affrontare una nuova giornata”.
    Immaginiamo di aver litigato con una persona durante il giorno. Quando vado a dormire la questione è ancora aperta: di  giorno, infatti, avendo fatto mille altre cose, mi sono distratta dal conflitto con l’altra persona. Quando vado a dormire e faccio un sogno, rivivo le forti emozioni del litigio messe da parte durante il resto della giornata (rabbia, vergogna, paura, etc.), la mente si riequilibria e, raggiunta di nuovo la mia omeostasi interna mi sveglio riposata e pronta a fronteggiare un’altra eventuale situazione particolare.
  • Funzione evolutiva: il sogno fornisce intuitivamente un piano per risolvere difficoltà e realizzare obiettivi desiderabili. E’ come se fosse una guida verso la strada maestra, ci indica possibili soluzioni,insomma una o più strategie alternative, invitandoci a rompere circoli viziosi e distruttivi, ad avviare un’impresa o a interrompere un comportamento poco costruttivo.

Interpretare un sogno significa  individuare il messaggio di crescita che il sogno veicola. Coglierne la natura riequilibratrice o evolutiva significa ricondurre i vissuti e le sensazioni sognate a fatte ed eventi reali della propria vita di veglia. Quando ciò avviene si avverte una sensazione di stupore positiva: è quello che Archimede chiamerebbe “Eureka” – ho trovato: la persona improvvisamente comprende qualcosa che prima era le era incomprensibile, risolve un problema, coglie nuovi significati o intuisce nessi tra aspetti di se stesso e della propria vita. “Di solito, alla luce della nuova comprensione, la persona inquadra la situazione problematica in modo nuovo, coglie ciò di cui ha bisogno, intuisce come agire e, di conseguenza, gli sono chiare le scelte da fare. Quando un simile momento di comprensione improvvisa ha luogo durante un percorso psicologico, viene chiamato “insight”.”

I simboli onirici
“Gli elementi di un sogno vengono chiamati, non a caso, simboli. Il simbolo infatti è un elemento che veicola significati ulteriori e più ampi. I significati di un simbolo sono in genere molteplici e qui sta il bello dei sogni. I sogni infatti possono essere letti in vari modi e trasmettere una pluralità di significati.”

I nostri sogni, anche se rappresentano persone, fatti, concetti della realtà esterna parlano sempre di noi. Infatti i simboli onirici rappresentano almeno due cose: un elemento della realtà esterna e una parte di noi stessi. Ad esempio se sogniamo una persona di nostra conoscenza, questa rappresenterà una caratteristica che abbiamo colto in quella persona (intelligente, pigra, ansiosa, etc.) e contemporaneamente quella stessa parte in noi stessi (la nostra intelligenza, la nostra pigrizia, il nostro sentirci ansiosi, etc.).

 La tecnica di interpretazione dei sogni
“La parte pratica del lavoro sui sogni consta di varie fasi.

1. Rilassamento psicofisico
Occorre sedersi e assumere una posizione comoda (non sdraiati perché si corre il rischio di addormentarsi), in un posto dove per almeno venti minuti siamo certi di non essere disturbati. Rilassiamoci e respiriamo per qualche minuto: in questo modo ci predisponiamo alla caccia dell’eureka.

  1. Rivivere il sogno
    Rievochiamo mentalmente il sogno, rivivendolo dall’inizio alla fine e stando particolarmente attenti alle emozioni che via via sperimentiamo.3. Cogliere l’atmosfera prevalente del sogno
    Quali sono le emozioni prevalenti e qual è l’emozione che rimane al termine del sogno? Il sogno è complessivamente positivo o negativo?4. Cogliere i simboli onirici maggiormente significativi
    Quali sono le persone o gli oggetti che ci emozionano maggiormente o che attirano maggiormente la nostra attenzione? Selezioniamo dunque i simboli onirici (in genere tre o quattro) maggiormente significativi.

    5. Drammatizzare il singolo simbolo onirico
    Una volta scelti i simboli onirici principali li esploriamo uno per volta. Ne scegliamo uno, con cui cominciare e ci immedesimiamo in esso, ossia immaginiamo di essere quella particolare persona o quel particolare oggetto o luogo del sogno, e ci chiediamo mentalmente:

     a) Come mi sento? 
     b) Perché mi sento così?
     c) Cosa vorrei fare?
     d) Qual è il mio bisogno? 
     e) Cosa rappresento?

    Ripetiamo il processo di esplorazione per ogni simbolo onirico significativo.

    6. Esplorare i conflitti
    Talvolta (spesso) i sogni parlano di situazioni problematiche. Qualcosa va storto, ci sono incontri minacciosi, sorgono degli ostacoli, si verificano contrattempi e ritardi. In questi casi vi è un conflitto tra due elementi del sogno. I simboli onirici che si contrappongono possono essere di qualsiasi genere: persone, oggetti, stati d’animo, luoghi, animali, forze naturali, etc.

    Ci immedesimiamo in uno dei due simboli onirici, lo esploriamo drammatizzandolo come abbiamo imparato a fare, poi cominciamo un dialogo con il simbolo onirico contrapposto. Diamo voce mentalmente alle ragioni del primo simbolo onirico, i suoi sentimenti, le sue intenzioni, ciò per cui si sente in conflitto con l’altro. Portiamo avanti il dialogo, scambiando via via le parti, fin tanto che i simboli onirici avranno qualcosa da dire. Rimaniamo in costante attesa di un insight.

    7. Chiusura “magica” in positivo del sogno
    Ripercorrendo mentalmente il sogno, immaginiamo intenzionalmente un finale assolutamente positivo. Possiamo immaginare nuovi personaggi positivi che intervengono per risolvere una situazione, oppure possiamo immaginare che il sogno prosegua fino ad una situazione desiderata. Non c’è limite alla fantasia.

    8. Tradurre in parole
    Alla fine di questo percorso avremo una serie di intuizioni, qualche chiarificazione e comprensione, ma sicuramente anche qualche dubbio. Cerchiamo di tradurre in parole le nostre impressioni e di descrivere le nostre comprensioni sottolineando quali sono specificamente le cose che abbiamo colto e quali le questioni ancora aperte. Quest’ultima fase può essere realizzata anche in forma scritta. Se siamo abituati a tenere un diario su cui riportiamo le nostre riflessioni, questo è il momento di aprirlo”.

Maria Eleonora Palma

Autore - Sono nata il lontano 24 Novembre del 1993 a Vittoria, una piccola città in provincia di Ragusa. Mi divido tra Catania, dove frequento il primo anno della facoltà di Scienze e Tecniche Psicologiche, e la mia città natale che amo tanto e a cui sono legati ricordi, amicizie e impegni vari. Sono una persona piuttosto socievole e accogliente, amo fare nuove esperienze (per questo piuttosto spesso mi ritrovo in situazioni buffe e stravaganti, comunque… sorvoliamo la faccenda!). Mi piace molto scrivere, leggere libri di tutti i generi e sono da ormai 4 anni educatrice in ACR (Azione Cattolica Ragazzi). I bambini sono il mio piccolo laboratorio: mi piacerebbe in futuro lavorare con loro, e grazie a questa opportunità ho scoperto pian piano che i bambini non sono dei piccoli “mostriciattoli capricciosi”, anzi un continente di emozioni, pensieri e comportamenti da scoprire. E’ molto bello e gratificante lavorare e avere a che fare con loro, spesso sono più sensibile e profondi degli adulti. Mi piacciono gli animali, anche se per ragioni di spazio, non ne tengo alcuno a casa. L’ultimo libro che ho letto è Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte, uno dei miei libri preferiti, riletto più volte, questa è la terza, e credo uno dei testi meglio riusciti sull’autismo infantile. Non appena riuscirò a ritagliarmi un po’ di tempo, vorrei iniziare un corso di fotografia. Quello che mi manca è la Reflex, ma questo non è un problema.

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Maria Eleonora Palma

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