Un’espressione felice è solita paragonare la felicità all’euforia provata da un bambino durante il giorno di Natale. Forse, perché il Natale, è il momento in cui ci si sente più buoni, almeno così dicono. E la bontà non può che rendere felici.
Sembra saperlo bene Lillian Weber, una frizzante novantanovenne, che, ogni giorno, dalla sua casa di Scott County (Iowa), confeziona un vestito da mandare ad un bambino povero, per il quale, quel giorno, somiglierà a quel 25 dicembre che noi formalmente viviamo una volta l’anno, ma che, in realtà, viviamo ogni giorno.
Il moto di generosità di Lilian nasce dinnanzi alla richiesta d’aiuto lanciata da Little dresses for Africa, un’organizzazione no profit che si occupa della distribuzione di abiti ai bambini in difficoltà. Un carico di 850 vestiti destinati al continente nero (e non solo) alle spalle della nonna dalle mani di fata e l’intenzione di arrivare a quota 1000 entro il 5 maggio dell’anno prossimo, giorno del compleanno di Lillian, la quale sembra aver fatto proprio il pensiero secondo il quale dare sarebbe il più bel regalo che si possa ricevere.
«Sono tutti personalizzati – racconta sua figlia Linda – per lei non è sufficiente creare gli abiti, a ciascuno deve dare un tocco personale, qualcosa di speciale».
Una storia di bontà, ma anche di volontà. Una storia che riempie il cuore e che fa riscoprire l’importanza dei piccoli gesti. Un esempio di generosità disinteressata capace di regalare un sorriso e sicuramente un po’ di calore a quei bambini esposti alle intemperie della vita.