Il 25 agosto, il sindaco di Padova Massimo Bitonci ha nominato i rettori degli Atenei del Veneto a sottoporsi al rito della secchiata di acqua gelata contro la Sla, sclerosi laterale amiotrofica a cui si è sottoposto egli stesso così come altri numerosi personaggi pubblici in questo periodo. Il rettore dell’università di Verona, Nicola Sartor, risponde alla sfida lanciata dal sindaco di Padova dichiarando che “l’università di Verona è da anni impegnata in una ricerca capillare, proficua e costante sulla Sla, il cui valore è largamente riconosciuto. Ritengo che la modalità intensa e continuativa di questo tipo di ricerca sia più efficace, per affrontare il problema e per la salute dei malati di Sla, che non il breve ed effimero effetto mediatico della secchiata. Lo stile della ricerca universitaria, tanto più in campo medico investe a lungo termine risorse finanziarie e competenze scientifiche che puntano alla conoscenza e, soprattutto, alla cura della malattia, e non certo all’impatto del gesto mediatico momentaneo”.
Numerosi i progetti di ricerca sperimentale, clinica, genetica e l’impegno assistenziale dell’università di Verona e in particolare del dipartimento di Scienze Neurologiche e del Movimento. Non è un caso che uno dei progetti che vanno in questa direzione sia stato finanziato proprio dall’Associazione italiana sclerosi laterale amiotrofica. Si tratta dello “Studio preclinico finalizzato all’identificazione di trattamenti farmacologici combinati in grado di rallentare la progressione di malattia nei pazienti con Sla” progetto multicentrico coordinato per Verona dalla neuroscienziata Marina Bentivoglio a cui ha collaborato Raffaella Mariotti, ricercatrice impegnata da anni in ricerche sperimentali sulla Sla.