«Dotata di una perfetta conoscenza di un ventaglio molto diversificato di tecniche e culture matematiche, vanta una rara combinazione di capacità tecniche, di ambizioni audaci e una profonda curiosità», questo si legge nella motivazione scritta dal Congresso internazionale dei matematici che, per la prima volta dal 1936, data di istituzione del premio, ha assegnato il Premio “Nobel” per la matematica ad una donna, Maryam Mirzakhani, 37 anni, di origine iraniana.
La vincitrice ha dedicato la sua vita allo studio della matematica, dimostrando costantemente il suo valore di donna e studiosa . Già nel 1995 divenne il primo studente iraniano a ottenere il massimo punteggio alle Olimpiadi della matematica. Da allora nel suo Paese è nota ed è considerata un modello per tutti gli studenti. Dopo aver conseguito il dottorato di ricerca ad Harvard ha iniziato a lavorare presso l’Università di Stanford, California.
La sua continua ricerca la vede impegnata nello studio delle figure geometriche inusuali, di cui ne è specialista, e nella scoperta di nuovi metodi per il calcolo del volume degli oggetti con superfici iperboliche, come la sella del cavallo.
La medaglia Fields, il riconoscimento matematico più prestigioso, è stato vinto fino ad oggi da matematici americani (13 volte), francesi (12) e solo una volta da un italiano, Enrico Bombieri.
La vincitrice ha commentato con queste parole il premio assegnatole: «Sarei felice se desse coraggio alle giovani scienziate e alle matematiche. Sono sicura che ci saranno altre donne che vinceranno questo tipo di premi nei prossimi anni».
Sembra quasi che Maryam Mirzakhani sia l’erede di tutte le donne che prima di lei si sono impegnate nell’esplorazione del mondo unico e perfetto della matematica. Allo stesso modo di Ipazia, vissuta nel IV secolo, la Mirzakhani ci insegna che ad alimentare il nostro spirito saranno la sete di sapere e la libertà di pensiero, questo ci renderà depositari della ricerca e della sapienza.