E’ già passata una settimana dalla conclusione del Madeinmedi e io mi sono presa i miei giusti tempi per elaborare un articolo degno delle collezioni che ho visto.
In realtà ho avuto anche troppo lavoro da consegnare e non ho avuto assolutamente spazio per soffermarmi a sognare quegli abiti fantastici che hanno sfilato su quella passerella nelle due giornata del 6 e 7 giugno.
Sarà stata la location d’eccezione, sarà che conoscevo personalmente quasi tutti i designer che presentavano la loro collezione ma il Madeinmedi di quest’anno mi ha proprio emozionata.
Il teatro antico, collezioni innovative quasi tutte caratterizzate da una voglia di evolversi, crescere ed imporsi subito nel mercato; collezioni nuove e dai materiali futuristici, organizzazione impeccabile, ospiti eccezionali e l’aggiunta dei Fashion Film hanno reso questo Madeinmedi qualcosa di ancora mai visto.
Arrivo al teatro Antico con tanto di lungo abito rosso creato da me e mi accomodo in compagnia di alcuni amici blogger. Inizia la sfilata, la prima ad entrare in passerella è la collezione di Stefania Parisi e anche senza presentazione sarai riuscita a capire che era la sua, come quando sfogliando una rivista riconosco un Elie Saab, quegli abiti avevano la sua firma. Immaginavo il deserto, la sabbia, la terra e un ritorno alle cose semplici .
Foto By Giuseppe De Francesco
Subito dopo arriva la collezione di Noemi Licciardello, una collezione volutamente asettica, color bianco ottico, uno sportwear senza sesso, l’idea era eccezionale io avrei dato quel tono di stupore facendo indossare una gonna all’ unico modello che ha chiuso la sfilata, un po’ alla Marc Jacobs.
Terzi ad entrare in passerella sono gli abiti di Mariangela Castronovo. Una collezione che mescola i tempi, linee futuristiche tra ricordi romantici, linearità ed intrecci. Un’idea geniale quella della borsa-bracciale.
Cristina Nicotra e i suoi anni Cinquanta. Chi mi conosce sa che appena ho letto il nome della collezione e sentito le musiche mi si sono illuminati gli occhi dopo un po’ però mi si sono rispenti. Una pin up moderna, senza colori però, una nuova cat woman dai lunghi guanti in latex. Mancava un po’ di tono.
LA collezione di Ilaria Blanda è una di quelle collezione che viste in passerella si illumina di una luce diversa. Crop top e longuette, vita alta e felpe, inserti in corallo disegnati a mano, abito di seta a chiusura, ci sono tutti gli elementi per essere una collezione Urban-Chic.
Valentina Plumari, la fashion designer dai capelli violetti non poteva presentare niente di consueto. Unica collezione in jeans con ricami super colati come fossero pennellate su una tela, o scritte su un quaderno… un po’ come quelle sulle sue borse. Rivedevo su quella passerella delle Geishe in Sneakers. La scelta di Bjork mi ha fatto sognare!
Da questo momento si apre la scia delle collezione che vorrei possedere e ritrovare nel mio armadio, la prima su tutte quelle di Silvia Vitali. Nel mio moleskine, in cui appuntavo note durante la sfilata, accanto al suo nome compare un cuoricino, simbolo di grande apprezzamento!
Gonne a ruota color argento, trasparenze, mini dresses, per una giovane donna sicura e pronta alla vita nelle grandi città.
Luna Cuffari , i suoi abiti morbidi stampati, leggeri, romantici accostati a super pellicce mi hanno ricordato molto la fine degli anni ’60 e quell’icona di stile che era Edie Sedwick e da Like a Rollingstones in un lampo passiamo a Panic Station con quella pelliccia arancione. Insomma, i riferimenti che più amo, una collezione che indosserei nella sua totalità.
Valeria Rosso fa entrare in scena una donna forte, con abiti-armature, rigidità che però smorza con la morbidezza della seta stampata. Come a voler contrapporre scenari glaciali a calure tropicali.
Francesca Passanisi presenta una donna super femminile, tessuti caldi, colore nero, tagli innovativi, colli importanti. Una collezione che, a parer mio, farà molto parlare di sé.
E ora tocca ad Annalisa Coco. Stupenda, rock, sexy, originale. Caratterizzata da queste stampe stile test psicologico è una collezione versatile, adatta ad ogni fase della giornata, dal lavoro al party.
Sara Anastasi presenta quel futuro che vorrei, quei capi che indosserei ora e tra 20 anni. Gonne strepitose, trasparenze mai volgari e infine la “donna delle montagne” mi ha fatto esclamare WOW!
Aspettavo con ansia Oriana Rinaldi, lei sempre originale, estroversa nel suo stile, ci ha mostrato la sua idea di donna, una donna fetish ma elegante, cosa apparentemente impossibile ma lei è riuscita pienamente nell’intento. Un uso sublime dei materiali ai fini di presentare una collezione sensuale, enigmatica. Total Black.
Erika Alì, gioca con i tagli e i tessuti, portandoci in passerella dei capi semplici ma attuali, sfruttabili ed eleganti, tra tennis club e safari, pur essendo delle giacche a vento!
A concludere la collezione di Giulia Ferrara, caratterizzata da altorilievi, stile origami sui tessuti e colori a contrasto.
Tutti i più grandi artisti partono dalla forte conoscenza delle tecniche, della confezione per giungere scomposizione e rivoluzione di esse, addio alle pinces, addio ai tacchi, ritorno alle longuette e crop top.
L’ idea che ho trovato comune è stata, inoltre, quella di presentare una donna sensuale senza troppe curve in vista, piuttosto con nudità vagamente celate e tessuti dominanti nel volere imporre una femminilità metropolitana dal bisogno di trovarsi sempre adatta ad ogni occasione correndo da una parte all’altra della città.
Il giorno successivo tra i designer che mi hanno esaltata di più indubbiamente compaio i nomi di Leyre Valiente , Arzu Kaprol e Antonio Attisano.
Quello 2014 è stato un Madeinmedi nuovo che poteva completarsi anche solo con l’unica giornata del 6. Forti talenti ed esibizioni di grande impatto.
Auguro a tutte voi un futuro eccezionale.
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